Le novità EEE

Le novità EEE: gli ultimi libri pubblicati

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Oggi faremo una carrellata fra quelle che sono state le nuove uscite EEE. Andiamo in ordine alfabetico…

Le foto di Tiffany di Roberta Andres

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Tiffany è una bella trentenne, giornalista, che vive a Bologna. Un giorno riceve sul suo smartphone un inquietante messaggio, accompagnato da una sua foto, che la ritrae di spalle, nuda. Si tratta di lei, senza alcun dubbio, è riconoscibile da un tatuaggio, un’iris, alla base della schiena. Ma chi le ha scattato quella foto? Non sarà quello l’unico messaggio del genere e la ragazza, dapprima inquieta, poi sempre più curiosa di conoscere l’identità del misterioso stalker, si metterà a indagare per risalire all’autore di quelle foto che la fanno sembrare così bella, così sensuale… Il ritmo di un thriller, il sorriso di un erotismo leggero.

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Swatch di Davide Baraldi

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Due ragazzi come tanti, ai giorni d’oggi.
Sullo sfondo, una Bologna giovane e feriale.
Luca ed Allyson vivono intensamente le emozioni della loro età: il sogno di fare carriera nello sport, la fine della scuola e le scelte future, la definizione della propria identità. Assieme alla loro comitiva, assaporano il successo, l’amore, l’amicizia e le ambiguità presenti in ciascuna di queste tre cose, senza riuscire ad immaginare l’asprezza dei passaggi che li attendono.
Improvvisamente, la spensieratezza lascia il posto al disincanto dell’età adulta, e i due si ritrovano sospesi, costretti entrambi, attraverso molte contraddizioni, ad affrontare le loro paure più grandi, che li porteranno ad interrogarsi sul senso delle cose, e ad imparare più di quanto avrebbero mai immaginato sul passare del tempo, sulla felicità, su Dio e, in ultimo, sulla vita.

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Dammi un motivo di Giorgio Bianco

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Giulia, cartomante cinquantenne alcolizzata, salva una bambina, la ricchissima Céline, da un naufragio e dalla follia del padre. Contando sul fatto che Céline sia ritenuta morta da tutti, le due donne decidono di trascorrere un periodo insieme, inventando una parentela che giustifichi la presenza della ragazzina a casa della cartomante. Ma la loro complicità stenta a decollare. Infatti nasce nella disperazione e nello scontro fra età e situazioni sociali diverse. Eppure, poco alla volta, si consolida grazie alla scoperta di tanti punti in comune. Insieme, Giulia e Céline trovano uno scopo per vivere. Intanto progettano una fuga impossibile dall’altra parte del mondo.

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Il segreto di Punta Capovento di Lidia Del Gaudio

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Giulia e Ted si sono separati bruscamente tre anni prima e le loro vite sono ormai un disastro. Lei è finita nella spirale della depressione, lui condivide sesso e avventure con Walter, amico suo da sempre. Al risveglio in ospedale, dov’è arrivata per una overdose da farmaci, Giulia ripensa al racconto che Capitan Nadìr, padre di Ted, le ha fatto su Sensini, piccolo borgo di mare, incastonato sul promontorio di Punta Capovento. Si tratta di una leggenda che potrebbe aiutarla a ritrovare se stessa e l’amore perduto, come ha aiutato i genitori di Ted quarant’anni prima. La storia scorre tra ricordi forti e indelebili, passioni mai spente e amicizie tradite, fino alla conclusione dai risvolti fantastici in cui il rapporto con la natura diventa metafora di pace interiore e di immortalità, velato omaggio all’Orizzonte perduto di Milton.

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La collina dei girasoli di Lorena Marcelli

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Topazio, Perla, Giada e Ambra sono quattro sorelle, figlie di un orafo famoso, ma l’unica cosa che le accomuna davvero è di avere il nome di una pietra preziosa, perché sono molto diverse tra loro, e non si sopportano a vicenda; il padre muore prematuramente in un incidente e la madre, Luisa, una donna immorale e superficiale, è incapace di dare loro l’affetto di cui hanno bisogno. Le due sorelle maggiori diventano delle donne insicure, sentimentalmente fragili e insoddisfatte, mentre Giada e, in particolare, Ambra, più sensibili, conosceranno l’affetto materno della zia Elia, che vive in campagna e che accoglierà soprattutto Ambra ogni estate. In questo contesto sano e affettuoso la ragazza ritrova se stessa, decide cosa voler fare e conoscerà anche l’amore della sua vita. Un romanzo delicato e profondo, sulle relazioni famigliari e sui sentimenti, sullo sfondo della campagna abruzzese.

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Il futuro era allora di Roberto Menaguale

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Max svolge la sua attività di progettista nella società di costruzioni fondata da suo padre, imprenditore senza troppi scrupoli, che ha ottenuto il successo anche grazie a rapporti opachi con certa classe politica. La posizione sociale ed economica raggiunta ha permesso a Max di sposare Laura, donna del bel mondo, affascinante e brillante professionista. Il matrimonio e la passione per Laura fanno sì che l’insofferenza di Max verso quel sistema affaristico, spesso corrotto, rimanga latente per alcuni anni, fino a quando cioè si prospetta la possibilità di un affare colossale, la costruzione di un villaggio turistico a spese di una pineta secolare. Affare per la conclusione del quale l’appoggio politico sarà irrinunciabile, con tutte le conseguenti azioni del caso. Troppo grande il salto per non mettere in crisi la coscienza di Max. Lo svolgersi della vicenda lo porterà così, inevitabilmente, davanti a un bivio. Imboccare una strada o l’altra sarà fatalmente una scelta senza ritorno.

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Dietro una porta chiusa di Luca Ranieri

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Dopo la morte del padre, il piccolo Andrea si trasferisce con sua madre in un palazzo di periferia in cui accadono terribili fatti di sangue. Testimone inascoltato di eventi apparentemente inspiegabili, si improvvisa investigatore e si butta a capofitto alla ricerca della verità. Ma a volte la conquista della verità impone un prezzo troppo alto da pagare, e Andrea impara a sue spese che ci sono porte che è molto meglio non aprire. Dietro una porta chiusa narra di una serie di eventi tragici causati da uno spirito vendicativo, di cui il protagonista dodicenne sembra il catalizzatore e il mezzo attraverso cui le sue azioni si esplicano nel mondo materiale. Indagando un passato non ancora morto del tutto, indizio dopo indizio, il ragazzo giungerà a sconvolgenti rivelazioni sulla sua stessa famiglia, che portano alla caduta rovinosa dei miti dell’infanzia e a una durissima presa di contatto con la realtà.

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Da cosa nasce cosa

Andres_EEEI libri usciti nel mese di settembre portano fra gli autori EEE diversi nomi eccellenti e alcuni li conosciamo già, grazie alla loro partecipazione al concorso Amore e Morte: Roberta Andres e Luca Ranieri. Entrambi gli autori si sono distinti con i loro racconti e sono alla fine arrivati alla pubblicazione con EEE. Dalla Penna di Roberta scopriamo quali sono state le sue emozioni quando è arrivata alla firma del contratto editoriale per il libro Le foto di Tiffany.

Da cosa nasce cosa

di Roberta Andres

Come si dice, “da cosa nasce cosa” e la “cosa” da cui ha origine la nuova e speciale avventura editoriale che sto vivendo nasce molto molto indietro nel tempo, risalendo a quando avevo sei anni e sono diventata amica inseparabile della persona (anche lei scrittrice) che un anno fa mi ha messo in contatto con Ewwa (European Writing Women Association) rimproverandomi di essere “una scrittrice troppo pigra!”.
Io, che nonostante la pubblicazione di due raccolte di racconti, di molti singoli testi in antologie e dell’aver vinto qualche Concorso letterario, scrittrice non mi sono mai sentita (e neanche pigra!), pur rimanendo sconcertata, ho deciso di crederci: ho stabilito di comportarmi per un anno come se fosse vero, cercando di invertire la rotta e di investire tempo ed energie su questa parte della mia esistenza che, lo ammetto, c’è sempre stata, ma che ho lasciato sotterranea e misconosciuta.
Era esattamente il giugno del 2014 quando mi sono trovata di fronte a una scadenza tassativa (Devi scrivere un racconto per la nostra antologia entro questa data!) e, dopo alcuni anni, in cui non ero più riuscita a scrivere, mi sono seduta e l’ho fatto, rimanendo persino soddisfatta del risultato! Poi ho cominciato a guardarmi attorno, attraverso i mezzi di informazione dell’Associazione e, del tutto casualmente, sono approdata a EEE e a Il Mondo dello Scrittore attraverso la partecipazione a un Concorso: nel giro di poche settimane il mio racconto è stato scelto per l’antologia “Amore e Morte”. Le varie fasi di questa partecipazione mi avevano messo di fronte a una possibilità che avevo colto in pieno: quella di chiudermi in casa da sola per giornate intere (con 35 gradi fuori) e revisionare un testo che avevo scritto anni prima; lavorarci per ore, piangerci anche sopra, per poi, mesi dopo, assaporare lo stupore e la gioia di vederlo pubblicato in una bellissima e curata antologia.
E siccome, come abbiamo detto all’inizio, “da cosa nasce cosa”, una volta cominciato ho continuato, ligia al programma di dare spazio, appunto, per un anno alla scrittura: quel che avevo da affrontare (e che rimandavo da anni) era la stesura di un romanzo, faticoso impegno dei mesi successivi.
I fatti che vengono dopo non sono niente di diverso dall’iter vissuto da tutti coloro che scrivono e non hanno ancora un nome e una visibilità come autori; l’iter però è stato baciato dalla Fortuna, visto che l’Editore EEE ha scelto di pubblicare il mio romanzo. Senza nulla togliere a questa gratificante notizia, arrivatami a fine maggio, quando ero ormai entrata nell’ottica che l’anno stava per scadere senza grandi risultati e che avrei gettato la spugna (almeno sollevata dall’averci provato), il traguardo si è profilato all’orizzonte. Tutto sta nel constatare che gli avvenimenti, relativi alla scrittura, accaduti in quest’anno mi hanno felicemente costretto (e mi costringono ancora) a riconoscere finalmente e integrare questa parte di me, che da sempre è soffocata da montagne di impegni: fatti della vita, lavoro, figli, doveri. Una parte di me che ha pochissimo tempo (e se lo deve rubacchiare qua e là), pochissimo spazio (quasi che fosse indegna di accompagnare la mia identità “ufficiale”: la docente, la madre), pochissimo riconoscimento, ma che nella mia vita scorre ed è scorsa come un fiume carsico, da quando avevo 8 anni ed ho scritto il primo (tremendo) “testo teatrale”, in cui la maggior parte delle battute era costituita dai saluti che ogni personaggio, all’ingresso in scena, rivolgeva a tutti gli altri, in un copione assai ripetitivo (ma educatissimo!). Questo fiume si è inabissato per anni, dopo grandi traumi o grandi gioie (come la nascita dei miei figli), ma è sempre riemerso e ogni volta che è riemerso ha cercato di far capire alla testona, che sono, che dovevo credere nella sua esistenza, ma la mia parte disfattista, indaffarata nelle faccende quotidiane e imbarazzata dalla presunzione di scrivere, si è sempre voltata dall’altra parte.
E pensare che proprio io ho dedicato e dedico ore di studio, articoli e lezioni ai miei studenti sul tema: riconoscersi e autorizzarsi nella propria creatività; corollario: la difficoltà delle donne che scrivono a concedersi di farlo!
Credo sia iniziato un cambiamento, e questa è la novità entusiasmante e l’importanza fondamentale di questa esperienza; mi sento chiamata (ma da chi? Da me stessa, ovviamente!) a guardare questo fiume, a sedermi sulla riva e immergermi in esso, vincendo anche (o imparando a gestire) la paura di annegarci, che a momenti mi volteggia intorno, attualizzandosi nelle pietanze dimenticate sui fornelli mentre scrivo (e irrimediabilmente bruciate!) o nelle occhiaie del mattino dopo, quando vado a scuola con poche ore di sonno perché ho lavorato a un testo fino alle ore piccole!
Così mi sembra opportuno chiudere queste considerazioni personali con le parole di Nathalie Goldberg sul perché si scrive, parole sue ma che sento veramente mie e che da un anno campeggiano sul muro di fronte alla mia scrivania, a “memento” di qualcosa che so profondamente ma che rischio di dimenticare, in un auto-sabotaggio non più ammissibile:

Scrivere ci dà l’opportunità di prendere quelle emozioni che tante volte abbiamo provato e dar loro luce, colore, una storia. Così possiamo trasformare la nostra rabbia in un campo di tulipani color rosso fiamma e il nostro dolore nel vialetto affollato di scoiattoli in un giardino abbandonato, nella mezza luce di novembre. Scrivo perché sono sola, scrivo perché sono pazza e lo so e lo accetto, scrivo perché ci sono storie che la gente ha dimenticato di raccontare, scrivo perché soffro e scrivere è un modo per trasformare questa sofferenza in un bene. Scrivo per diventare forte e tornare a casa e questa potrebbe essere benissimo l’unica vera casa che avrò mai” (N. Goldberg).

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Le foto di Tiffany
Riferimento ISBN 9788866902584
Autore: Roberta Andres
Formato: Epub, Kindle

Daniela Vasarri presenta Maeva

Daniela e Maeva: due protagoniste.

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Venerdì 25 settembre Daniela Vasarri ha presentato il suo nuovo libro Maeva, la benvenuta. Nell’accogliente spazio dedicato dalla Biblioteca Oglio (a Milano) agli eventi, l’autrice ha coinvolto il numeroso pubblico intervenuto in un dialogo che ha posto alcuni accenti in merito agli argomenti proposti nel libro, primo fra tutti l’adozione e il conseguente atto d’amore verso un altro essere umano. Si può amare un bambino anche se non è nostro? E quando diventa nostro? Grazie a una firma su un pezzo di carta oppure per le sensazioni che ci trasmette il nostro cuore?

La trama, tra l’altro piuttosto complessa e affatto scontata, narra la vicenda di Matilde, la quale accompagna il lettore attraverso le mille difficoltà che una donna single può riscontrare nel cercare di adottare un bambino. Disagi e problematiche che non sono solo di ordine burocratico ma, soprattutto, psicologico. Non bisogna mai dimenticare che le persone coinvolte sono sottoposte a notevoli cambiamenti, in tutti i sensi e non sempre l’ambiente circostante è in grado di supportare situazioni così delicate.

Daniela prende lo spunto da un fatto reale, lo tzunami che ha sconvolto il sud-est asiatico alcuni anni fa e dai suoi viaggi effettuati proprio in Thailandia, per raccontare una vicenda che potrebbe essere reale e non una trama data solo dalla sua fervida fantasia. Nel corso della presentazione non sono mancati gli spunti per approfondire il suo ruolo di donna e scrittrice e per dialogare con i propri lettori.

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New Gothic a Cogne e misteri svelati

New Gothic e misteri a Cogne.

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Iniziamo subito con il raccontarvi che cosa è accaduto a Cogne il 20 agosto. Ebbene, in tale data Giancarlo Ibba ha presentato il suo ultimo libro: C’era una volta in Sardegna. Nella splendida piazzetta posta davanti al Comune, con uno sfondo mozzafiato dato dalle cime svettanti del Gran Paradiso, alle 17.30 è iniziata la presentazione, complici il bel tempo e un pubblico piuttosto folto. Giancarlo, per quanto ami definirsi timido e introverso, ha subito catturato l’attenzione dei presenti descrivendo il proprio stile e, lasciandosi trasportare da quella passione che gli è tipica, ha condotto l’evento immergendo gli astanti nel suo mondo personale. In breve la piazzetta davanti al Municipio si è trasformata nel luogo in cui gli incubi prendono forma e il Sulcis diventa reale. Quindi non solo nei libri l’autore riesce a coinvolgere i propri lettori, costruendo trame degne dei più classici horror, ma anche dal “vivo” Giancarlo è in grado di monopolizzare l’attenzione fondendo l’ironia con una realtà cruda e, a volte, fin troppo presente nel quotidiano. L’efficacia del suo horror nasce proprio da questo, dal riuscire a trasformare fatti, all’apparenza del tutto normali, in un qualcosa che deraglia da qualsiasi binario prestabilito, offrendo una nuova visione del quotidiano.

Noi lo abbiamo ribattezzato New Gothic.

Tuttavia, rispetto al classicismo più puro, in cui la complessità e spigolosità delle trame caratterizzavano l’evolversi dei personaggi e della storia, la nuova interpretazione di Giancarlo porta il gotico sulle soglie di casa, in quella realtà, vivibile giornalmente, che improvvisamente assume altre forme e nuovi significati, spesso più inquietanti del previsto. Come dire che gli orrori si nascondono sotto la luce dei lampioni e non negli angoli bui. E se questo non fosse stato più che sufficiente per dare una valida giustificazione al voler essere presenti, Giancarlo ha rivelato un ulteriore segreto, un gustoso aneddoto che può solo dare ulteriore conferma del carattere particolarmente complesso dell’autore: egli ha scritto un romanzo dedicato esclusivamente ai sentimenti. Il libro, pubblicato da EEE sotto lo pseudonimo di Claudio M, s’intitola Il Sogno della Farfalla (Amazon e Koboed è posto nella categoria l’amore ai tempi del web. Strano connubio, penserete…

Ebbene no. Analizzando la questione fino in fondo, non dovrebbe sorprendere il fatto che uno scrittore, in grado di descrivere in modo così eloquente le parti più oscure del genere umano, sia anche capace di tratteggiare gli aspetti più solari e sentimentali, offrendo al lettore anche l’altro “lato della medaglia”. Quindi, godetevi Giancarlo Ibba in tutte le sue forme, da quelle più tetre a quelle più rosee.

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Il blog riapre i battenti

Il blog riapre!

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Dopo un lungo periodo di inattività forzata, eccomi tornata con tantissime novità. Nei prossimi giorni avrò modo di raccontarvi quanto accaduto nel corso di questa estate, gli eventi che hanno coinvolto i nostri autori, le presentazioni che ci sono state, e come si sono svolte, le reazioni al concorso MDS, Bugie e Verità, nonché le tempistiche che vedranno pubblicati i racconti scelti e, ultimi ma non ultimi, gli ultimi arrivi nella nostra piccola famiglia EEE.

Il nostro editore, Piera Rossotti, ha dedicato la propria estate per portare a termine le letture dei manoscritti previsti per questo periodo, arrivando a selezionare quelli che, secondo i criteri già noti della CE, sono i più meritevoli di essere pubblicati. Diversi nomi nuovi compaiono nella lista delle news, ma ci sono anche nomi già noti e già conosciuti ai nostri lettori. Nel frattempo vi invito a dare un’occhiata al nuovo sito istituzionale di Edizioni Esordienti Ebook, nuovo sia nella grafica, decisamente accattivante e visualizzabile da qualsiasi dispositivo portatile, che nelle funzionalità.

Quindi restate a portata di monitor, avremo molto da raccontarvi!

Andiamo in vacanza

Andiamo in vacanza, ma non del tutto.

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Il blog EEE andrà parzialmente in vacanza, o meglio, andranno in vacanza gli autori, un po’ meno il nostro editore, Piera Rossotti, impegnata nel preparare le novità di settembre (e saranno tante, quindi non mancate ai prossimi appuntamenti) e ancor meno andrà in vacanza la curatrice di questo spazio. In realtà ci sono moltissime cose da fare, talmente tante che chiudere per un mese il blog sarebbe davvero impensabile. A partire, sopratutto, dalla nostra campagna contro l’abbandono dei nostri amici a quattro zampe. Avrete sicuramente visto i nostri autori esprimersi in tal senso, dimostrando, ancora una volta, una particolare sensibilità verso argomenti sociali. Quindi non solo scrittori o poeti, ma anche persone di cuore, persone con un’anima capace di recepire le emozioni e le sensazioni che vanno ben al di là del puro sopravvivere quotidiano. Probabilmente non sarebbero autori di tanti splendidi testi se non possedessero tale anima sensibile.

Quindi, restate in nostra compagnia e venite a curiosare fra le pagine di questo blog un po’ fuori dagli schemi.

Serata piacevole a Caorle

Serata piacevole a Caorle per Nicoletta Parigini

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L’Amministrazione comunale di Caorle, con il supporto della Biblioteca Civica, ha organizzato la prima edizione del “Festival della lettura ad alta voce, i luoghi e le parole”. Si tratta di un Festival itinerante di parole e musica che si è svolto nei primi giorni del mese di luglio. Martedì 7 luglio, in Piazza Matteotti, un evento speciale ha catturato l’attenzione stregando il pubblico: l’OPEN MIC READING, una serata dedicata a tutti coloro che hanno voglia di leggere ad alta voce brani letterari propri o d’altri autori, in prosa o poesia. Nicoletta Parigini, autrice di La centunesima infelice e altri libri pubblicati con EEE, ha partecipato entusiasmando gli ascoltatori. Questo il suo resoconto della serata:

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di Nicoletta Parigini

Che serata piacevole, ieri a Caorle!
All’Open Mic Reading, in piazza Matteotti, ognuno poteva mettere in comune la propria voglia di leggere, di comunicare, di passare un messaggio, di divertire, di sconcertare (la lettura di “Una carogna” di Baudelaire eseguita con voce zuccherosa e ninna nanna come sfondo, era un autentico spasso!) in piena autonomia e spontaneità.
Siamo abituati all’idea dello spettatore passivo e dello spettacolo costruito, pianificato nei minimi dettagli: all’Open Mic invece, ho avuto l’impressione che la serata si svolgesse fresca e fluida come un ritrovo del tutto informale. Semplice e delicato. Senza il peso delle cose posticce e impostate.
11722418_1144625062220041_8362945727054389175_oIo ho letto un pezzetto di Agata e il segreto delle scarpette tecnomagiche. Altri lettori hanno presentato brani di autori celebri (da Corona a Hosseini, dalla Allende ad Andreoli), altri ancora hanno scelto pezzi meno noti o composizioni proprie.
E non è mancata nemmeno la musica.
Bravissimi gli organizzatori (Il Teatrino della Neve e la Biblioteca) e spero in una prossima edizione!

#‎openmicreading‬ ‪#‎lettureadaltavocecaorle‬

 

Chiara Curione a TG Norba 24

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Questa sera, martedì 21 luglio ore 21.10, Chiara Curione comparirà in un’intervista curata da Daniela Mazzacane all’interno del programma TG Norba 24. Il telegiornale, oltre a trattare articoli attuali di politica e cronaca si occupa anche delle realtà locali in grado di dare lustro al territorio pugliese. Chiara Curione, in quanto rappresentante culturale, racconta il suo ultimo libro “Il tramonto delle aquile” ai microfoni dell’emittente televisiva Telenorba.

Non perdetevi, dunque, l’intervista che verrà trasmessa alle ore 21.10 (in replica alle 22) sul canale 180 del digitale terrestre o 510 di Sky.

Voce a Firenze

Domenica 19 Luglio, ore 18.00, Voce a Firenze

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Estate 2015, FestivalFiume d’Arte” alla “Casetta del Buon Vino“.
Readings e presentazioni editoriali, perfomances teatrali e poetiche ogni giorno dalle 18. Musica dal vivo presente all’aperitivo dalle 20 alle 22 e videoproiezioni fino a tarda notte in una delle più suggestive location del lungarno. Un vero e proprio “Fiume d’Arte” per un’estate indimenticabile. In questo contesto si svolgerà, domenica 19 Luglio ore 18.00, la presentazione di Voce, ultima silloge di Elisabetta Bagli, pubblicata con EEE.

Sarà Annamaria Pecoraro (Direttore di Deliri Progressivi) a condurre Elisabetta attraverso il proprio percorso poetico, all’interno del piccolo chiosco pronto ad offrirvi primi piatti gustosi per pranzo e una selezione di vini rossi e bianchi, birre e cocktail fino a dopo il tramonto.

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Domenica 19 Luglio ore 18.00
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Piazza Demidoff—FIRENZE

Evento su Facebook:
https://www.facebook.com/events/460413957470744/

Tratto dalla recensione di Marina Atzori: 

La Poesia possiede un universo di sensazioni che spesso vengono espresse tramite le parole. Elisabetta Bagli da una voce ai sentimenti, unica e profonda. Ebbene devo dire che leggendo questa silloge si è scatenato il terremoto dei sensi. Uso consapevolmente un elemento forte ed eclatante per descrivere le mie percezioni; questa calamità esplode quando la terra inizia a tremare. Ho avuto come l’impressione che l’autrice volesse trascinarmi in un vortice fatto di involucri, traballanti scossi, in cui emerge l’anima impaurita, sgretolata. Non vi sono lanterne a guidarvi in questo viaggio quasi ultraterreno. L’unica luce è il verbo. La parola scritta si traveste, si mimetizza, diviene quasi camaleontica, e si rimane inesorabilmente rapiti da quella che oltre ad essere Poesia diviene suono e quindi anche musica. Resto infatti in balia di tonalità alte, basse e anche mute come il silenzio espresso in questa splendida silloge. Elisabetta Bagli si improvvisa direttore d’orchestra di spartiti che sanno di magia.

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Come puoi abbandonare tanto amore?

Campagna sociale: Come puoi abbandonare tanto amore? Parte terza

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Elisabetta Bagli: Perché abbandonare gli animali nel periodo estivo? Perché il loro peso diventa insostenibile durante le vacanze e il mare, la montagna, gli amici, gli amori, la famiglia richiedono tutte le attenzioni di questo mondo e non ci si diverte se si hanno responsabilità e quelle di un animale, del quale prendersi cura, per alcuni risulta essere davvero opprimente. Non si prende un animale in casa e lo si tiene solo finché fa comodo e fa compagnia e poi, come se fosse un qualsiasi oggetto rotto, o un alimento scaduto, lo si getta in strada abbandonandolo al suo destino. La responsabilità la si deve sentire fino in fondo, altrimenti meglio non prendere animali veri e comprare dei peluche, che fanno compagnia fin quando si desidera. Sono esseri che pensano, che vibrano, che hanno emozioni e sentimenti, esseri che amano il loro padrone, l’ambiente in cui sono cresciuti, esseri che se abbandonati muoiono dentro, spezzati nel loro essere vivi. Non abbandonerei mai mio figlio, mio padre, mia madre, mio nonno, mio fratello in strada, perché dovrei abbandonare il mio cane o il mio gatto?

Paolo Fiorino: L’estate è un periodo particolarmente cupo per i nostri amici a quattro zampe. Tutte le estati la storia si ripete, sempre uguale a se stessa e sempre ugualmente avvilente e disumana. A un certo punto arriva la bella stagione, le vacanze sono alle porte e il padrone smette improvvisamente di essere un amico affettuoso per trasformarsi in un individuo egoista che, senza preoccuparsi minimamente dell’effetto delle proprie azioni, fa scendere dall’auto il proprio cane, magari in un posto isolato e scappa velocemente senza guardarsi indietro. Ciò che è più triste è che l’abbandono quasi mai nasce da una reale necessità. Spesso è solo il frutto dalla seccatura di prendersi cura dell’animale o di scegliere vacanze adeguate che prevedano il cane come parte della famiglia. Gli animali domestici riescono a donarci tutto l’affetto del mondo e noi con un gesto apparentemente banale, come aprire la portiera e lasciarli scendere, possiamo cambiare la loro vita, ma anche la nostra. Un appello in più forse non potrà risolvere molto, ma almeno proviamoci: per una volta la vita, la nostra e quella dei nostri amici, cambiamola in meglio.

Cinzia Morea: Cucciolo,
la tua vita ha arricchito la mia di una serie di preziosi ricordi. OLYMPUS DIGITAL CAMERAQuando ti ho portato a casa dal canile, grande quasi come un puledro, ma con le zampe malate, e alcuni consigliavano di sopprimerti, perché, a tre mesi, non riuscivi a camminare più.E vuoi mettere la soddisfazione, mia, di tutti gli operatori di canile e della veterinaria che ha trovato la cura, nel vederti, alla fine crescere sano?
Quando ho scoperto che ti piaceva l’acqua: non avevo mai visto un cane divertirsi tanto in una pozzanghera! Quando abbaiando hai avvertito che il centrotavola di Natale stava prendendo fuoco.
E le quotidiane avventure nel corso di innumerevoli passeggiate…
Ed ora, dopo tutto questo, vorresti che ti abbandonassi in autostrada solo perché hai paura di rovinare le mie vacanze? Non ci penso nemmeno, non sono mica senza cuore. Ci sono innumerevoli posti dove possiamo andare in vacanza insieme.

Giancarlo Ibba: Un tempo, quando avevo più spazio e meno impegni lavorativi, avevo tanti cani e altrettanti gatti in casa, nel giardino e nell’orto. ibbaFacevano parte della famiglia e hanno vissuto con noi fino al termine della loro vita. Oggi, nella casa natia, restano le mie due tartarughe… Portarle in Valle d’Aosta sarebbe stato un trauma per loro, così se ne occupano i miei genitori. Hanno 20 anni. Dopo il trasferimento però non ho resistito tanto senza un animaletto da coccolare: tre mesi in tutto. Poi ho adottato Tuco, il mio gatto. Era così piccolo che stava al calduccio nella tasca della mia felpa, mentre sbrigavo le faccende domestiche. Ora, quasi dieci anni dopo, nel tempo libero siamo quasi inseparabili. È un gatto strano, come il suo padrone. Apre le porte come i velociraptor di Jurassic Park, miagola pochissimo e guarda la televisione (preferisce Geo&Geo). Lo porto con me in vacanza e prenoto la cabina per gli animali. Adesso è qui e mi guarda mentre scrivo queste parole. Il suo sguardo sembra dire: guarda che il culo me lo lecco da solo, piantala di adularmi e dammi le crocchette!