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Intervista a Danae Lorne

Intervista a Danae Lorne

il canto delle cicaleIl canto delle cicale è un libro che porta indiscutibilmente alla riflessione. Nonostante sia l’eros la componente primaria, certi passaggi che intrecciano la trama, come la ricerca di se stessi, diventano la base su cui iniziare un percorso interiore e sono insiti nella vita di tutte le persone. Giulia insegue un proprio equilibrio attraverso presunti amori, i quali dovrebbero portarla a trovare la felicità.

  • In questi tempi frenetici, secondo te, quanto è difficile trovare la consapevolezza di sé?

E’ difficilissimo perché la gente è troppo presa a “sopravvivere”, non ha il tempo per fermarsi e pensare, o semplicemente per guardarsi intorno. Poi ci pensano anche i media a bombardarci di messaggi che ci disorientano e ci riempiono la testa di inutilità. Tutto questo chiasso non fa altro che allontanarci da noi stessi. Viviamo in un mondo che tenta in tutti i modi di disumanizzarci, e renderci consumatori innocui e gestibili. La cultura e il contatto con la natura sono gli unici mezzi che abbiamo per svegliarci e prendere coscienza di noi stessi e del mondo che ci circonda.

  • Pensi che la causa di molti rapporti, che falliscono, sia dovuta alla mancanza di un equilibrio interiore?

Credo proprio di si. Molte persone si accontentano di stare insieme soltanto per colmare bisogni che non hanno nulla a che vedere con l’amore.

  • La trama introduce anche l’argomento del rapporto conflittuale che a volte s’instaura con i genitori. Pensi che essi possano portare a non saper vivere serenamente le interazioni adulte con altre persone?

Pare che i primi 5 anni di vita siano quelli decisivi, sono gli anni in cui si forma il nostro carattere. E i genitori sono le nostre guide. “Tutto” quello che saremo da adulti dipenderà dal rapporto che avremo instaurato con loro.

  • Quanto pensi si possa imparare a conoscere una persona attraverso il sesso?

Gli impulsi sessuali sono impulsi dettati dall’inconscio, ovvero dalla parte più vera di noi. Lì le maschere e le sovrastrutture socioculturali non hanno terreno fertile e le persone sono autenticamente vulnerabili e prive di difese.

  • Nel tuo libro la maggior parte delle interazioni avviene in estate mentre la ricerca dell’equilibrio comincia con l’autunno. Sei dell’opinione che il clima estivo possa portare a una maggior leggerezza nei costumi personali, mentre il clima autunnale porta a una maggiore introspezione?

Assolutamente si. Sono convinta che il clima abbia una grande influenza su di noi. L’estate, il sole, la vita all’aria aperta e le lunghe giornate di luce ci rendono più attivi e meno inclini al pensiero. L’autunno è una stagione di passaggio, e come tutte le cose transitorie, ci trasmette il senso del passare del tempo e quindi tutto diviene prezioso, e degno di attenzione.

  • La tua protagonista Giulia è un’artista: scrittrice, pittrice, fotografa. Quanto c’è di inventato e quanto di reale?

Bè in questo senso la mia Giulia mi somiglia molto. Sono una donna molto creativa, amo ogni forma d’arte, ritengo sia l’espressione più nobile dell’anima umana. Mia madre era una grande pittrice e scultrice ed io sono cresciuta accanto ai suoi colori, e alla sua capacità di vedere il bello ovunque. E’ stata una grande maestra di vita, artisticamente e umanamente.

  • Da dove trai l’ispirazione per le tue storie?

Dalla vita, mia e di chi mi circonda. Dalle emozioni che mi suscita un bel film, un libro, un tramonto, un quadro, le parole di un amico… etc.

  • Nel panorama letterario mondiale vi sono degli scrittori che prediligi? O generi particolari di lettura?

Ho una formazione classica, perché ho frequentato il liceo. Anche se a quell’età non riesci ad apprezzare veramente quello che leggi e impari. Fortunatamente qualcosa mi è rimasto incastrato in maniera indelebile. 🙂 “Da grande” quindi ho attraversato l’iter di molte adolescenti, divorando i classici della letteratura inglese. Ho amato, come molte, la passione e lo struggimento delle sorelle Bronte e l’umorismo della Hausten. Sono rimasta affascinata dalla delicata sensibilità di Hesse e poi sono passata ai classici Francesi e Italiani ovviamente. Moravia mi ha segnata, la sua cruda schiettezza mi ha affascinata e da lì in avanti ho cominciato a prediligere letture meno romantiche e più volte alla scoperta dei moti dell’anima e della carne. Amo la psicoanalisi, amo comprendere il perché delle nostre azioni quindi molte mie letture si sono rivolte a questo ambito. Aldo Carotenuto mi ha illuminata in momenti particolarmente difficili. E poi… ho letto di tutto, dai romanzi della Nin ai fumetti della Bonelli ai romanzi di Stephen King etc etc. Insomma amo leggere. 🙂

  • Quando Danae Lorne non scrive, come occupa il proprio tempo?

Ho una smodata passione per il buon cinema, quindi quando gli impegni familiari me lo consentono, mi gusto un buon film, o leggo, o disegno. Come “Giulia” realizzo ritratti su commissione, ho un sito mio che è in via di aggiornamento (allendesign.it) e una pagina su Facebook.

  • Quali sono i progetti futuri?

Sicuramente ho intenzione di “crescere” come scrittrice, magari frequentando dei corsi di scrittura creativa etc. Amo questo mestiere, mi gratifica perché prima che per gli altri lo faccio per me stessa, per un mio profondo bisogno di evasione e di condivisione.

 

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