BOOKCITY MILANO: una splendida giornata

Piccole realtà crescono a BOOKCITY MILANO.

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Nella splendida location posta all’interno del Castello Sforzesco di Milano, nel contesto di BOOKCITY MILANO (#BCM14), domenica 16 novembre  si è svolto l’evento intitolato Editoria Nativa Digitale: il caso EEE. La conferenza, organizzata da Desiree Pedrinelli, ha coinvolto sia il Direttore Editoriale di Edizioni Esordienti Ebook, Piera Rossotti Pogliano, che l’autrice e blogger Irma Panova Maino, in qualità di testimoni di quanto sta accadendo nel piccolo mondo editoriale. Nel corso dell’evento è stato anche presentato il libro dell’autrice, La resa degli innocenti, come esempio di quanto EEE sia in grado di fare per i propri autori.

E dopo il doveroso cappello introduttivo, passiamo alle impressioni personali.

Personalmente, per quanto mi riguarda, posso affermare che non avrei potuto chiedere di meglio, come location e come pubblico, per presentare il mio libro, per la prima volta, nella città in cui risiedo. L’atmosfera imponente e storica, data proprio dal Castello Sforzesco, è stata ampiamente stemperata da quella sorta di informalità che si è creata non appena la conferenza ha avuto inizio. Desiree Pedrinelli ha introdotto l’argomento con grande professionalità, lasciando però le porte aperte agli stati emotivi che potevano suscitare sia la trama del libro che la presenza dell’Editore. Inutile negare che La resa degli innocenti sia un libro d’impatto, la cui trama propone tematiche spinose che lasciano poco spazio al sorriso. In Italia scompaiono più  di 3000 bambini in un anno, vittime di pedofili, di rapimenti, di criminali che ne fanno “carne da macello” per il mercato nero clandestino che alimenta i trapianti degli organi non autorizzati. Ed è stato confortante vedere quante “mamme” in platea hanno annuito convinte, quando ho dichiarato, senza mezze misure, che la protagonista del libro compie ciò che ogni madre, in cuor suo, vorrebbe e farebbe nel momento stesso in cui uno dei propri figli dovesse sparire. Tuttavia, La resa degli innocenti rappresenta ciò che l’Editore ama poter offrire ai propri lettori. Ed è stata la voce di Piera Rossotti a spiegare quello che è il proprio ruolo e quelle che sono le sue responsabilità come Editore. Il “caso” EEE è decisamente controverso, il fatto che una piccola Casa Editrice, oltretutto digitale, possa diventare un simbolo nel panorama editoriale, diventa un segnale allarmante per tutte quelle realtà blasonate che hanno fatto la storia dell’editoria italiana (di questo argomento ne avevamo parlato QUI). Ciò che Piera Rossotti ha ampiamente sottolineato è stato che, in realtà, compie tutto quello che avrebbe voluto fosse stato fatto quando lei non era altro che un’autrice. Il fatto di leggere, valutare e selezionare dei testi non è altro che l’azione primaria e basilare sul quale si fonda un lavoro editoriale, tutto ciò che segue è solo la conseguenza di tale scelta. Quindi, definire “caso” ciò che in realtà è un dovere richiesto a ogni buon editore, diventa sconfortante proprio perché dovrebbe essere ovvio. Inoltre, la presenza di un buon numero di autori, della stessa CE, conferma il sostegno che gli stessi scrittori offrono al proprio Editore, come testimonianza di un lavoro ben fatto.

Intervista a Irma Panova Maino

Intervista a Irma Panova Maino

la resa degli innocentiIl libro scritto da Irma Panova Maino affronta temi attuali e scottanti, offrendo al lettore una visione alternativa per quel che riguarda il risolvere determinati avvenimenti. Tuttavia, tutta la produzione letteraria dell’autrice ha un’impronta ben precisa, ovvero quella sfumatura sovrannaturale che sfiora il mondo del fantastico pur rimanendo ancorata al reale.

In La resa degli innocenti viene descritto un mondo molto realistico, duro e a tinte decisamente noir. A cosa è dovuta questa svolta rispetto alla precedente produzione Urban Fantasy?

Il genere noir, in realtà, non si discosta troppo dalla categoria Urban Fantasy. Difficilmente s’incontrano vampiri e mostri vari alla luce del sole (a meno che non debbano luccicare), dunque, di solito, in entrambi i casi le atmosfere sono piuttosto fosche e offrono quell’ambiguità necessaria per la creazione di trame cupe, in cui ciò che si cela nell’ombra dovrebbe suscitare paura. La resa degli innocenti è un libro che trae spunto da fatti quotidiani, da avvenimenti reali e il quotidiano spesso diventata ben più terribile di qualsiasi intreccio fantasioso che un autore possa elaborare nella propria mente.

Nella tua biografia dici di voler sostenere la crociata pro mostri, denunciando la crudezza del mondo reale rispetto a quella del fantastico. Trovi che ci sia bisogno di più concretezza e consapevolezza in questo periodo difficile?

Come dicevo prima, la realtà è decisamente più crudele e meno pietosa del mondo fantastico. Persino il più sanguinario dei mostri può suscitare la giusta pena, un pedofilo no. Mai. Al mondo d’oggi molte barriere morali sono venute meno, molti tabù sono stati sradicati al punto da far diventare “normale” ciò che non lo è. La violenza ci circonda, ne assorbiamo gli effluivi malefici in ogni momento, sia attraverso i media che nel corso delle interazioni con gli altri. Ci dimentichiamo che la violenza verbale non è affatto dissimile da quella fisica e gli effetti prodotti, purtroppo, sono alquanto simili. Quindi, più che concretezza punterei sulla consapevolezza, quanto meno la capacità di comprendere che le nostre azioni si riflettono sempre sugli altri. Dunque, se manca la tolleranza e la pacatezza, nessun dialogo può essere affrontato serenamente e le conseguenze possono diventare irreversibili.

Il personaggio di Barbara/Rian descrive una donna “normale” a cui gli eventi non hanno lasciato più nessuna ancora per legarla alla vita comune e socialmente accettata di tutti i giorni. Quando non si ha più nulla da perdere, pensi che ci si possa davvero trasformare fino a diventare un essere in preda a degli istinti primordiali?

Sì, ne sono convinta. Esiste sempre una soglia oltre la quale l’essere umano perde la propria umanità. Questo limite è diverso per ognuno di noi, ma reale e concreto. Nessuno può sopportare all’infinito. Inoltre, in un periodo come questo, in cui viene a mancare la certezza della pena, le persone tendono a delimitare i propri confini in modo ancora più drastico. Se questo fatto sottolinea lo stato d’insicurezza in cui viviamo, pone anche l’accento sulle problematiche sociali che portano a reazioni impensabili.

Quanto dell’autrice risiede in Rian? E quali altre parti di te hai utilizzato per gli altri personaggi? Sono comunque “tuoi” o hai preso ispirazione da altri per costruirli?

Rian riflette molto del mio carattere, del mio modo di pensare e di agire. Forse, fra tutti i personaggi che ho descritto fino ad ora, lei è quella che mi assomiglia di più. Persino nella fase depressiva. Qualcuno ha scritto: “la depressione non è altro che rabbia inespressa”. Per mia esperienza personale trovo che sia decisamente vero. Il non poter esprimere, anche con i dovuti modi, ciò che agita il nostro animo, porta a quella compressione che, prima o poi, è destinata comunque a esplodere. In quanto agli altri miei personaggi, in ognuno di loro c’è quasi sempre qualcosa di me, a parte qualche rara eccezione.

Metti molta cura nella descrizione dei dettagli delle scene. Cosa ti aiuta a farlo così bene?

Osservo spesso il mondo che mi circonda, con questo non penso di essere un profondo conoscitore dell’animo umano ma l’età, e l’esperienza, mi hanno spesso condotto per vie impervie, portandomi ad affrontare diverse branche dell’umanità stessa. Credo che la sensibilità, che consente di cogliere le varie sfumature, sia uno strumento utile in mano a qualcuno che voglia scrivere. Non voglio prendermi il merito per un qualcosa che la natura ha così generosamente deciso di darmi, tuttavia, cerco di usare questo “dono” al meglio che posso.

Quando scrivi, lo fai di getto o preferisci rivedere di volta in volta ogni singolo capitolo? Quanto lavoro ti richiede ogni libro?

Di solito scrivo di getto le trame, la prima stesura scaturisce in breve tempo. I problemi nascono con le riletture successive. Molte scene d’azione vanno lette e rilette diverse volte, soprattutto per cercare di dare un senso all’azione stessa. I personaggi, nel muoversi in modo convulso, devono sempre trovare una giusta collocazione e i giusti tempi per dare il ritmo. Inoltre, non ci devono essere incongruenze e stonature “tecniche”. Nella realtà, molto di quello che vediamo passare sugli schermi, non è così facilmente realizzabile e certe situazioni non si risolvono così semplicemente come vogliono farci credere. Quindi, per me un libro non è finito fino a quando la trama non sia più che coerente e gli errori corretti.

Dopo aver già pubblicato 4 romanzi, cosa ha significato per te arrivare alla selezione nel concorso EEE, con il tuo inedito, visto soprattutto il genere diverso di libro?

Una profonda emozione. Mentre scorreva il video, in cui l’Editore Piera Rossotti nominava i vincitori e i segnalati, aspettavo con trepidazione, come se fossi al mio primo libro e non mi vergogno di dire che ho esultato come una liceale quando ho sentito fare il mio nome. La resa degli innocenti è un progetto in cui ho creduto fin dall’inizio e comprendere che è stato apprezzato mi ha reso decisamente felice.

Questa storia è anche un percorso interiore nell’abbrutimento di una persona reale. In questo senso, pensi che muoversi nello spazio possa aiutare a immergersi all’interno della propria persona? C’è un collegamento?

Penso che a volte il muoversi porti a credere, in modo del tutto illusorio, che si possa scappare dai problemi. Tuttavia la fuga non è mai una soluzione. Al contrario, muoversi fisicamente spesso porta a delle riflessioni che, stando seduti a casa, non si avrebbe il coraggio di poter affrontare. Il famoso stato di depressione porta alla chiusura, anche interiore della persona, quindi, quando questa è costretta a uscire dal proprio guscio, il processo rigenerativo trova nuovi spunti verso la guarigione. È evidente che tale guarigione, a volte, non percorre le vie più consone e quelle che la logica potrebbe volere.

Quando Irma Panova Maino non scrive, come occupa il proprio tempo?

Continuando a scrivere. Curare il network de Il Mondo dello Scrittore è un impegno che giornalmente mi porta immancabilmente verso lo scrivere. Inoltre, anche curare il blog EEE incrementa l’esercizio, facendo diventare la scrittura una parte quotidiana del mio vivere. Tutto sommato, in questo momento della mia esistenza non cambierei assolutamente nulla. Non c’è niente di più soddisfacente che fare giornalmente qualcosa che si ama. A parte la passione letteraria, esistono poi gli aspetti più realistici del convivere con una figlia adolescente (che adoro e che è spesso fonte d’ispirazione), di un cane innamorato di una gatta e di una gatta che è diventata ormai il tiranno di casa.

Quali sono i progetti futuri?

A parte sopravvivere a BOOKCITY MILANO? Scherzi a parte, molti dei miei impegni hanno già occupato il mio calendario fino alla fine del prossimo anno. Nel frattempo, mi sto dedicando anche ai nuovi libri che mi piacerebbe poter pubblicare con il mio Editore e, per finire (ma non so se mi avanzerà del tempo), dedicarmi a dei nuovi progetti per la promozione degli autori esordienti ed emergenti.

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L’inferno nell’anima

La resa degli innocenti: discesa verso l’inferno.

la resa degli innocenti

La resa degli innocenti, scritto da Irma Panova Maino, non è solo un libro noir, ma una reale discesa verso l’inferno nell’animo umano. Un percorso doloroso e devastante che una donna compie per cercare la verità sulla fine del proprio figlio. Una verità che non potrà lenire in alcun modo il suo animo sfregiato, ma che diventerà il sale su una ferita aperta. L’inferno non è solo quello che ci circonda, e i cui abissi sconvolgono la mente, ma anche quello che ognuno di noi porta nel proprio cuore. Questa è la storia di una donna a cui viene strappata la sola ancora fra la realtà e la bestia che la governa. Quella bestia che si libera per andare avanti quando non si ha più niente da perdere.

Vi ricordiamo che l’autrice presenterà il proprio libro nel corso dell’appuntamento previsto il 16 novembre, alle ore 11, presso le Sale Panoramiche del Castello Sforzesco di Milano. La presentazione rientra nella programmazione offerta da BOOKCITY MILANO e s’intitolerà: “Editoria Nativa Digitale. Il caso EEE”.

La trama:

Cosa fareste se rapissero uno dei vostri figli? E cosa sareste disposti a fare per ritrovarlo? Queste le domande di partenza che si è posta Irma Panova Maino per scrivere un romanzo duro, a tratti crudo, che non lascia indifferenti. Con quel pizzico di sovrannaturale che caratterizza tutte le opere di questa autrice. Barbara è una donna dolorosamente segnata dalla vita per la morte del marito in un grave incidente, ma supera il momento terribile quando si accorge di essere incinta: è il piccolo Marco a darle, per dodici anni, la forza e il coraggio di continuare a vivere. Ma un giorno, una nuova tragedia la travolge: il figlio scompare nel nulla, senza lasciare alcuna traccia. Questo le permette ancora di sperare, di ipotizzare che il piccolo non sia morto, ma che sia stato rapito. Inutile farsi illusioni, certamente la verità che si cela dietro quella scomparsa non può essere che drammatica, ma una madre ha il bisogno di sapere. Marco è stato rapito da chi voleva venderne gli organi, per farlo entrare nel lubrico circuito della pedofilia o per quali altri abietti motivi? Dopo un terribile periodo di depressione, la donna reagisce a suo modo, trasformando se stessa in un’arma letale, disposta a tutto, nascondendo sotto una scorza impenetrabile un cuore che non smette di sanguinare, mostrando all’esterno soltanto durezza e feroce determinazione. Barbara diventa Rian, spietata giustiziera, alla ricerca di qualche traccia del figlio. Una singolare figura maschile le sarà accanto fino alla fine, fino a quando lei troverà tutte le risposte che cerca e anche l’unica pace possibile.

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EEE al BOOKCITY di Milano

Editoria Nativa Digitale Il caso EEE

BCM

Perché abbiamo intitolato l’evento, in calendario al BOOKCITY di Milano, in questo modo? In cosa consiste il caso EEE?

Per chiunque stesse seguendo il nostro blog da qualche tempo, la risposta è chiara nonché lampante. Ma facciamo un passo indietro, giusto per avere un panorama della situazione. EEE in settembre ha compiuto tre anni e in questo breve lasso di tempo non è solo cresciuta come Casa Editrice, ma è diventata un caso editoriale. Se non altro, nel panorama nazionale, Edizioni Esordienti Ebook costituisce un fenomeno che, pur essendo orientato verso il mondo digitale, è riuscito a creare dei precedenti di notevole rilievo. Di cosa stiamo parlando?

Negli ultimi 24 mesi sono ben quattro gli autori che dalla piccola realtà digitale, offerta appunto da EEE, sono approdati nelle scuderie di quelli che vengono definiti grandi Editori. Sarà un caso fortuito? Una di quelle strane coincidenze astrali che con Marte in Saturno e Venere in Scorpione (sto facendo dei nomi a caso) fanno sì che improvvisamente alcuni fattori traslino da una fase dell’oroscopo all’altra? Noi non crediamo nella consultazione di un oroscopo o nella fortuna data dal fato, dai tarocchi o dalla divinazione, quanto meno non quando l’argomento trattato è serio e nulla ha a che vedere con la buona sorte e la dea bendata. Noi crediamo nel lavoro giornaliero e costante, nel fatto che agendo seriamente si possono fare molteplici passi in avanti, anche sapendo che non sarà possibile accontentare tutti e che ci sarà sempre qualcuno che avrà qualcosa da ridire. Tuttavia, i fatti danno ragione a una determinata linea di comportamento e a certe scelte indiscutibili.

Quando si parla di qualità, si sottolinea l’impegno che nasce dietro a un determinato prodotto, sia esso inteso in senso puramente materiale che artistico. L’esperienza e le capacità intuitive non sono semplici gadget da sventolare in un curriculum e non servono per riempire gli spazi nel web, ma sono la base sulla quale costruire un’azienda in grado di riconoscere dei talenti, coltivarli e farli approdare in un mercato che non risparmia nessuno. Se così non fosse, diventerebbe del tutto inspiegabile il fatto che, in un periodo in cui pare che molte porte editoriali si siano chiuse per gli autori emergenti ed esordienti, da questa piccola CE vengano scelti alcuni scrittori per farli approdare alla Newton Compton piuttosto che alla Sperling & Kupfer. I nomi di questi autori sono riportati in alcuni degli articoli presenti nel blog, e non saranno i soli, altre novità sono già presenti all’orizzonte.

Quindi, dopo tutto questo, possiamo non parlare di EEE come di un caso editoriale?

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Per questo motivo, domenica 16 novembre, presso le Sale Panoramiche del Castello Sforzesco di Milano, alle ore 11, sarà possibile discuterne insieme, affrontare l’argomento e avere modo di parlarne direttamente con il Direttore Editoriale, Piera Rossotti Pogliano. All’evento interverrò anch’io, Irma Panova Maino, sia come autrice EEE che come blogger (Il Mondo dello Scrittore Network) e Desiree Pedrinelli, colei che ha proposto il dibattito all’organizzazione di BOOKCITY MILANO e curatrice del blog letterario Letture al Contrario.