Irma Panova Maino e La sua Postazione

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Irma Panova Maino e La sua Postazione

Ogni autore possiede una propria postazione in cui le idee prendono forma e le parole scorrono velocemente sul monitor. Per i più conservatori esistono ancora gli scrittoi, carta, penna, talvolta calamaio. Tuttavia, a prescindere dal mezzo con cui si esprimono i pensieri, la magia che scaturisce è quella insita in ogni forma d’arte e noi vogliamo farvi vedere come se la cavano i nostri autori.

Le radici

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La mia postazione è situata in un luogo completamente nuovo e non è sempre stata quella che vedete ora. Anzi, per molto tempo la mia postazione è stata un netbook molto piccolo che mi sono portata dietro in tutti gli innumerevoli viaggi.

Con il net ho scritto molti dei miei romanzi e racconti nelle sale d’aspetto degli aeroporti, nelle hall degli alberghi, in taxi e nel corso di qualche transfert da un luogo all’altro. Forse qualche personaggio è addirittura scaturito da qualcuno che ha attratto la mia attenzione e il cui comportamento ha fatto scattare l’ispirazione.

Il piccolo net ha fatto davvero un lavoro egregio perché, per quanto piccolo fosse e per quanto le sue prestazioni non fossero eccezionali, è riuscito a dare corpo a ogni mia fantasia e a mettere insieme le trame che hanno poi fatto nascere i miei libri.

Nella sua memoria sono state contenute centinaia di cartelle, milioni di parole, centinaia di personaggi… anche tanti file che sono rimasti lì, in attesa di essere sviluppati, che forse non vedranno mai la luce.

Da qualche tempo, però, la mia vita ha preso una piega un po’ meno vagabonda e questo mi ha permesso di ampliare la mia postazione, rendendola più comoda e molto più prestante. Un computer fisso, diversamente da un portatile, offre la possibilità di installare hardware e software migliori e più potenti.

Tuttavia, come potete vedere nella foto, oltre al pc c’è anche il mio fidato tablet, quello che mi permette di portare con me i libri a cui tengo e che leggo appena riesco. Intorno alla tastiera ci sono alcuni oggetti che mi sono cari e che mi aiutano a concentrarmi, oltre a uno dei miei “draghi”, simbolo dello zodiaco cinese a cui appartengo.

Non solo, proprio da questo pc, di solito, svolgo le mie mansioni come responsabile per l’ufficio stampa EEE e preparo le iniziative, nonché le promozioni per il Mondo dello Scrittore.

Dunque, non solo un luogo in cui creare ma anche un posto in cui una passione diventa un lavoro, nel senso più positivo del termine.

A proposito, le foto qui sotto sono le mie 😀

Cinzia Morea e il Gioco di Libri

gioco-di-libriCinzia Morea e il Gioco di Libri

Talvolta è capitato di passare qualche ora, in buona compagnia con gli amici, cercando di indovinare quale fosse il soggetto estratto e ponendo domande del tipo: “Se fosse una città, quale sarebbe?”

Ebbene, abbiamo chiesto ai nostri autori di abbinare il titolo del loro libro a una città, un colore, un animale, un quadro e una canzone. Ed ecco uno dei risultati.

Costantino al Festival delle Nuvole

Sinossi

 
Costantino è un ragazzo come tanti altri , forse un tantino introverso, con una famiglia come tante altre: una sorella con cui non va troppo d’accordo, e genitori un po’ distratti ma amorevoli.
E poi ha uno zio. Un uomo dalle misteriose occupazioni, che non vede da tempo e che doveva ospitarlo, insieme alla sua famiglia, per le vacanze estive, ma che pochi giorni dopo il loro arrivo scompare.
Costantino scopre allora che suo zio esercita il mestiere inconsueto di cacciatore di meraviglie e che il momento della sua scomparsa è alquanto inopportuno, in quanto coincide con un periodo di lavoro intenso: lo zio doveva soddisfare importanti ordinazioni ed è necessario trovare al più presto un cane di una razza particolare, un Mastino Nuvolare per un’eccentrica cliente…
Da Ferrara a Biella e da qui a Vieste, Costantino parte alla scoperta di luoghi dalla magia insospettata, incontra persone speciali, scopre di essere capace di gestire la sua vita e di voler decidere che cosa fare “da grande”, senza che altri scelgano al posto suo.

 

Se “Costantino al Festival delle Nuvole” fosse

 

Una città: Atlantide

Se Costantino al Festival delle Nuvole fosse una città sarebbe l’acropoli posta da Poseidone al centro della misteriosa isola di Atlantide, circondata da due cinte di terra e tre di mare e da alte mura, rivestite di bronzo, stagno e oricalco.

La misteriosa isola su cui sorge, più grande di Asia e Africa messe insieme, governava, ai tempi della sua grandezza, su metà del mondo allora conosciuto e si estendeva, per quanto ne sappiamo, appena al di là delle colonne d’Ercole. Purtroppo scomparve senza lasciare traccia, tra inondazioni e terremoti, dopo una sanguinosa guerra combattuta contro la città di Atene. Platone, come unica fonte antica, ci racconta della sua esistenza e da allora sognatori, utopisti, storici, ciarlatani ed avventurieri si scervellano sulla sua esatta ubicazione mentre molti romanzieri hanno fantasticato riguardo la potente civiltà di discendenza divina che la abitava.

Silvestro, lo zio di Costantino, da bravo cacciatore di meraviglie, non potrebbe fare a meno di tentare di cercare la verità nella leggenda, né di coinvolgere il nipote nell’avventura.

Forse potrebbero accettare di scoprire dove sorgeva la città in cambio della notizia su chi fosse il vero padre di Merlino, o dell’ubicazione del tesoro dei Templari.

Costantino anche in questa circostanza non rifiuterebbe il suo aiuto, e avrebbe anche un’idea su dove cominciare a cercare: Priscilla infatti un giorno si lasciò sfuggire con lui che Atlantide sarebbe l’isola di Madera, un tempo coperte di vasti boschi di Quercus expandens. Costantino di certo inizierebbe a indagare da lì…

 

Un personaggio: Antoine de Saint Exupery

Se fosse un personaggio famoso il mio romanzo… sarebbe Antoine de Saint Exupery, l’ammaliante autore de Il Piccolo Principe, la cui strada, come afferma la moglie Consuelo nella sua biografia Memorie della Rosa, era tra le stelle.

Pilota della compagnia aeropostale francese e poi pilota di guerra ai tempi in cui da ogni viaggio si poteva anche non tornare, nel suo romanzo Volo di notte descrive le emozioni che si provano quando si vive avendo come stanza il mondo e come soffitto il cielo e forse, a differenza di Costantino, avrebbe apprezzato un giro su una mongolfiera che non è altro una nuvola alata.

Ricco di contraddizioni viveva, anche quando era al suolo, con la testa fra le nuvole e sapeva guardare il mondo con infantile stupore.  Il suo Baobab che con le possenti radici sgretola i piccoli pianeti mi ha ispirato la Quercus expandens e, senza che me ne rendessi conto, un po’ della poesia del suo grande Piccolo Principe dev’essersi posata sul mio Costantino, dato che i lettori hanno riscontrato una somiglianza fra i due.

Una pietanza:

Semifreddo alle meringhe

Se il mio romanzo fosse una pietanza sarebbe un dolce: il semifreddo alla panna che uno dei maghi nuvolari, il penultimo, ha scelto di solidificare al Festival delle nuvole, all’interno di una coppa fatta anch’essa di vapore solidificato, e che ad ogni cucchiaiata era in grado di far volare in aria chi lo mangiava.

Per prepararlo occorrerebbe una nuvola, meglio un cirro, da lavorare con l’aiuto di un soffianuvole e di un mago nuvolare secondo un procedimento segreto. Ma il risultato finale assomiglia molto al seguente semifreddo di Nigella Lawson:

SEMIFREDDO ALLE MERINGHE

500 ml di panna fresca

200 g di cioccolato fondente

200 g di meringhe

Rhum q.b.

Preparare la panna montata, aggiungervi un po’ alla volta e mescolando delicatamente il cioccolato tagliato a scagliette, le meringhe sbriciolate e il rhum. Versare il composto in uno stampo da plumcake foderato di pellicola trasparente e lasciarlo in freezer per 24 ore.

Tagliare a fette spesse e servire con crema al cioccolato o frutti di bosco.

Una canzone: Peter Pan di Enrico Ruggeri

E infine la canzone… Costantino al Festival delle Nuvole sarebbe Peter Pan di Enrico Ruggeri. È una canzone sognante e misteriosa in cui il protagonista non è mai nominato, se non nel titolo, eppure mi è sempre sembrato perfettamente chiaro che non potesse essere nessun altro se non il protagonista delle opere di James M. Barrie. Nulla la accomuna al mio romanzo se non la sensazione di voler rimanere almeno con un piede nel mondo dell’infantile meraviglia dove tutto è possibile.

Dettagli del libro

Formato: Formato ebook
Dimensioni file: 518 KB
Lunghezza stampa: 156
Editore: EEE-book (21 settembre 2014)
Venduto da: Amazon – Kobo
Lingua: Italiano
ISBN: 978-88-6690-211-9

Andrea Leonelli e il Gioco dei Libri – Consumando i giorni con sguardi diversi

gioco-di-libriAndrea Leonelli e il Gioco dei Libri – Consumando i giorni con sguardi diversi

Talvolta è capitato di passare qualche ora in buona compagnia con gli amici, cercando di indovinare quale fosse il soggetto estratto e ponendo domande del tipo: “Se fosse una città, quale sarebbe?”

Ebbene, abbiamo chiesto ai nostri autori di abbinare il titolo del loro libro a una città, un personaggio, un piatto tipico e una canzone. Ed ecco uno dei risultati.

Consumando i giorni con sguardi diversi

Sinossi

 consumando-i-giorni-con-sguardi-diversi Introduzione a “Consumando i giorni con sguardi diversi”

Consumando i giorni con sguardi diversi è una raccolta poetica alla sua seconda edizione. Un’edizione rinnovata, corretta, pulita, che nulla ha più del gusto lievemente acerbo che caratterizzava la prima edizione e che rappresenta un importante punto di evoluzione del poeta, dal pessimismo iniziale verso la luce e la speranza delle sue composizioni più recenti. È una poesia di sperimentazioni lessicali, di emozioni distillate, di momenti rarefatti. Una via non facile da percorrere, ma necessaria, perché “conduce, produce metamorfosi”.

Se “Consumando i giorni con sguardi diversi” fosse

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Una città: Los Angeles (ma quella di Blade Runner)

Il film è interamente ambientato a Los Angeles, nel novembre del 2019. Il pianeta Terra, a causa dell’inquinamento e del sovraffollamento, è diventato invivibile. Chi può si trasferisce nelle colonie extramondo, mentre sulla Terra rimangono coloro che sono stati scartati, perché malati, alla visita medica preliminare al trasferimento nello spazio (come J. F. Sebastian, affetto da invecchiamento precoce), o coloro che non possono permettersi il viaggio. La vita animale e vegetale è pressoché scomparsa: quasi tutti gli animali in circolazione sono sintetici, ed è proibito uccidere quelli veri sopravvissuti.

La città di Los Angeles è perennemente avvolta dalla nebbia prodotta dall’inquinamento, che offusca il Sole e produce una pioggia continua. Le strade, rese luride dalla pioggia, sono piene di veicoli e di persone di ogni etnia, anche se è nettamente predominante la componente asiatica.[20] In città si parla il Cityspeak, uno slang plurilinguistico e multietnico.
I moderni grattacieli e le industrie sorgono accanto ai palazzi più antichi, per lo più fatiscenti e adattati alle “nuove tecnologie” facendo passare le tubazioni sulle facciate esterne. L’assenza totale del bello contribuisce a trasmettere allo spettatore la sensazione di claustrofobia.

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Un piatto: Biscotti al cioccolato e sale di Cervia

Ingredienti:
150 g di farina 00
120 g cioccolato fondente
120 g burro
100 g zucchero
30 g cacao amaro in polvere
1 cucchiaino colmo di lievito vanigliato
1 uovo
Sale Marino di Cervia
Procedimento:
Lasciare ammorbidire il burro a temperatura ambiente.
Mettere il cioccolato tagliato a pezzetti in una ciotola resistente al calore e scioglierlo a fuoco basso adagiando la ciotola sopra un pentolino contenente poca acqua, in modo che il fondo della ciotola non ne sia a contatto.
A questo punto, montare a crema il burro ammorbidito insieme allo zucchero, fino ad ottenere un composto spumoso, e poi aggiungervi l’uovo. Mescolare bene.
Aggiungere farina setacciata con cacao e lievito e infine il cioccolato fuso raffreddato.
Amalgamare bene tutti gli ingredienti e porzionare con una paletta da gelato.
Disporre su di una teglia rivestita di carta da forno e cospargere con qualche granello di Sale di Cervia.
Cuocere 20 minuti a 180° e lasciare raffreddare completamente.

fonte ricetta: Giochi di zucchero

Contrasti di sapore piuttosto forti, come quelli che potrete trovare nelle composizioni del mio libro. La sperimentazione è piuttosto spinta sia nei temi che nella costruzione dei versi quindi l’accostamento direi a questi biscotti che è azzeccato.

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Un personaggio: Erwin Schrödinger

(Vienna, 12 agosto 1887 – Vienna, 4 gennaio 1961) è stato un fisico e matematico austriaco, di grande importanza per i contributi fondamentali alla meccanica quantistica e in particolare per l’equazione a lui intitolata, per la quale vinse il premio Nobel per la fisica nel 1933.

Io adoro il Paradosso del gatto di Schrödinger e, le successive interpretazione di Copenaghen (riducendo il problema ai minimi termini) dicono che è la misurazione, o l’osservatore a determinare uno stato fisico che viene “fissato” soltanto dopo l’osservazione o la misura. Prima, in quanto ignoto, era indefinito e potenzialmente variabile fra i suoi molteplici possibili stati. Nell’interpretazione a molti mondi l’osservazione determina semplicemente in quale dei possibili mondi è presente l’osservatore, mentre in un altro universo quello che accade non è necessariamente la stessa cosa. In “Consumando” accade la stessa cosa, è il lettore che determina quello che legge.

Voivod Nothingface

Bellissima canzone, a mio parere, fuori dagli schemi classici della musica, anche da quelli del metal. Il punto di forza è la sua diversità dalla norma. Può anche essere un tallone d’Achille, infatti molti potrebbero non apprezzarla. Questo ne fa il paragone migliore con il mio libro.

Dettagli del libro

Formato: Formato ebook
Dimensioni file: 714 KB
Lunghezza stampa: 101
Editore: EEE-book (7 marzo 2016)
Venduto da: Amazon – Kobo
Lingua: Italiano
ISBN: 978-88-6690-293-5

Filippo Semplici e La sua Postazione

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Filippo Semplici e La sua Postazione

Ogni autore possiede una propria postazione in cui le idee prendono forma e le parole scorrono velocemente sul monitor. Per i più conservatori esistono ancora gli scrittoi, carta, penna, talvolta calamaio. Tuttavia, a prescindere dal mezzo con cui si esprimono i pensieri, la magia che scaturisce è quella insita in ogni forma d’arte e noi vogliamo farvi vedere come se la cavano i nostri autori.

Vi presento la mia postazione

 

Di giorno non è che la scrivania di una mansarda poco battuta (per fortuna) da moglie e figlio, ma di notte si trasforma nel mio Regno.

Un PC acceso, una lampada da tavolo e poco altro, è tutto ciò che mi occorre. Non sono un caffeinomane, non mi servono ettolitri di caffè per mantenermi sveglio e lucido durante le ore notturne, mi basta una buona idea da scrivere. Quando riesco ad afferrare quella giusta, allora non c’è niente che mi stanchi o mi distragga.

Su quella sedia di pelle nera e consumata (da qui non si vede!), ho trascorso molto del mio tempo, a creare storie e articoli per il mio blog. Comunque sia, tutto nasce da lì.

Scrivo nel silenzio, sono uno di quei tipi un po’ misantropi a cui serve ancora la concentrazione, anche perché, diversamente, non saprei ascoltare ciò che i miei fantasmi hanno da dirmi.

Quando le idee invece mi sfuggono e mi ritrovo a rincorrere una parola, una frase che non viene, prima di lasciarmi sopraffare dallo sconforto dello scrittore in crisi creativa, mi volto a guardare i (pochi) trofei collezionati negli anni: i libri che ho pubblicato, le antologie, le targhe. Tutti quanti  sapientemente disposti attorno alla postazione, pronti a venirmi in aiuto.

Raramente prendo appunti su fogli di carta, e quelli che si intravedono nella foto, probabilmente sono i disegni di mio figlio. O qualche bolletta da pagare.

Dentro di me coltivo sempre il sogno che presto arriverò a usare quella mansarda di giorno e non più di notte, che la scrittura diventerà il mio vero lavoro, ma per adesso è meglio preoccuparsi di tenere sempre una lampadina di scorta per la luce da tavolo.

Laura Bucciarelli e il Gioco di Libri

gioco-di-libriLaura Bucciarelli e il Gioco di Libri

Talvolta è capitato di passare qualche ora, in buona compagnia con gli amici, cercando di indovinare quale fosse il soggetto estratto e ponendo domande del tipo: “Se fosse una città, quale sarebbe?”

Ebbene, abbiamo chiesto ai nostri autori di abbinare il titolo del loro libro a una città, un colore, un animale, un quadro e una canzone. Ed ecco uno dei risultati.

La casa

Sinossi

  La casa è un luogo apparentemente sicuro. Dentro si sa dove si è, ci sono coordinate e misure; fuori non si sa dove ci si trova. Non si vede niente. È buio e freddo.

Un uomo, una donna e una valigia, in una stanza vuota, si comportano come se fossero in fuga. Hanno paura di essere inseguiti.

Qualcuno bussa alla porta. Una ragazza dice di essersi persa e chiede di entrare. Presto qualcuno verrà a prenderla. E se fosse una degli inseguitori?

Tra diffidenze, avvicinamenti, soliloqui e intimità, i tre aspettano insieme. La donna immagina di sentirsi a casa; l’uomo non vuole pensare, si sente estraneo a tutto; la ragazza, costretta a rimanere, si sente fuori luogo. La valigia chiusa rimane al centro della scena, è il senso del mistero di essere lì, in quel momento. E quel luogo vuoto, ma pulito, pulitissimo, cos’è? Punto di riferimento su una mappa, polo di attrazione di chi si perde, rifugio, scatola-specchio dei pensieri…

Se “La casa” fosse

 

Una città: i dintorni di Edimburgo

Non sarebbe una città, pertanto niente foto specifica, ma potrebbe essere l’ambiente che c’è intorno: i dintorni di un centro. Immagino che “La casa” possa trovarsi nei dintorni di Edimburgo, in un paesaggio inghiottito dalla nebbia e dal silenzio, dagli alberi, dall’acqua. Un luogo in cui perdersi.

 

Un colore: Bianco

Anche in questo caso nessuna immagine. Sarebbe l’immagine di una luce accecante e quindi, in fin dei conti, invisibile. Una luce che confonde l’occhio come la nebbia.

Un quadro: L’impero della luce

“L’impero della luce” è il titolo di una serie di quadri di Magritte che ritrae una strada buia con un lampione che illumina debolmente una casa. Il mistero, la solitudine, l’inquietudine che il quadro comunica si inseriscono perfettamente nel clima del testo e in qualche modo lo definiscono.

Un animale: Il polpo mimetico

Il polpo mimetico dell’Indonesia non solo cambia colore ma è anche capace di imitare la forma di altri animali per confondere i predatori. I personaggi che popolano “La casa” devono difendersi da un pericolo che non conosciamo e applicano una mimesi che non siamo in grado di riconoscere, possiamo solo intuire il loro grado di mascheramento dalle parole che pronunciano e dalle loro brevi confessioni.

Una canzone: Creep

“Creep” (Radiohead) dice:

“… But I’m a creep, I’m a weirdo.
What the hell am I doing here?
I don’t belong here…”

Parla dell’ossessione di ottenere attenzione dall’altro, del sentirsi inadeguato e fuori luogo.

Dettagli del libro

Formato: Formato ebook
Dimensioni file: 734 KB
Lunghezza stampa: 29
Editore: EEE-book (24 aprile 2016)
Venduto da: Amazon – Kobo
Lingua: Italiano
ISBN: 978-88-6690-315-4

Giorgio Bianco e La sua Postazione

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Giorgio Bianco e La sua Postazione

Ogni autore possiede una propria postazione in cui le idee prendono forma e le parole scorrono velocemente sul monitor. Per i più conservatori esistono ancora gli scrittoi, carta, penna, talvolta calamaio. Tuttavia, a prescindere dal mezzo con cui si esprimono i pensieri, la magia che scaturisce è quella insita in ogni forma d’arte e noi vogliamo farvi vedere come se la cavano i nostri autori.

Birra, focaccia e rock!

Mi scuso in anticipo con gli astemi, ma la birra (preferibilmente di tipo weiss) è un elemento essenziale della mia postazione di scrittura…
Fra l’altro, la stessa definizione “postazione” mi sembra un po’ forzata. Infatti detesto scrivere e leggere a tavolino. I miei libri nascono su un divano stropicciato, fra cuscini e un mappamondo: l’ideale per alimentare i sogni… a occhi aperti!
Il computer è un portatile, lo tengo appoggiato sulle ginocchia o sulle gambe incrociate e scrivo per qualche ora. Di sera o di notte, sono un tipo crepuscolare…

P.S. Quello nella foto sul desktop del pc sono io all’età di 25 anni (oggi ne ho 52): dicono che il passato faccia male, a me fa benissimo!

La musica mi accompagna quasi sempre quando scrivo. Non la classica, a quella mi dedicherò in un’altra vita. Sono un ascoltatore di cosiddetta musica “rock”, definizione che significa tutto e niente.
Il mio ultimo romanzo, “Dammi un motivo” è nato sulla scia di un album del grande Steven Wilson. Titolo del disco: “Insurgentes“. Una musica di tipo “progressive”, ma quanto detesto le etichette! È un album profondo, a tratti molto triste, fa riflettere, è onirico e mi strappa sempre qualche lacrima.

Il mio cibo preferito, considerato che sono un vegetariano felice, è senza dubbio la focaccia genovese. Amo in generale primi piatti, pizze e cibi salati, ma la focaccia occupa una posizione di grande prestigio nella mia classifica del palato: soffice, intrisa di olio extravergine, salata e semplice, immediata, puoi soltanto amarla e divorarla!
I cibi liguri, oltretutto, ben si sposano con “Dammi un motivo”, romanzo interamente ambientato in Liguria, in una città indefinita che è un po’ Oneglia e un po’ Diano Marina, un po’ Noli e un po’ Genova…

Chiara Curione e Il suo Libro da Gustare

libri-da-gustareChiara Curione e Il suo Libro da Gustare

Lo spazio Libri da Gustare vuole stimolare la fantasia dei lettori e non solo quella. Dal momento che il vecchio detto recita che “il cibo nutre lo stomaco e i libri saziano la mente“, abbiamo pensato di stuzzicare i nostri autori proponendo loro di abbinare i titoli delle loro opere a una ricetta, un qualcosa che possa identificare e dare soddisfazione anche al palato.

Il tramonto delle aquile

Calzone di ricotta dolce

 

Unire libri e cibi dai sapori antichi

Ai lettori del “Il tramonto delle aquile” vorrei consigliare di degustare il calzone dolce di ricotta, perché è un dolce antico della tradizione pugliese, un dolce che amo particolarmente, di cui ho persino ritrovato la ricetta in un ricettario medievale dell’epoca federiciana, mentre affrontavo le tante ricerche storiche per la scrittura del romanzo. Il profumo di questo dolce e il gusto così particolare riportano a sapori antichi, tramandati nel tempo, con ingredienti che si ritrovano tutt’oggi come la ricotta e le uova, lo zucchero, la farina. Quando osservo i castelli di epoca sveva disseminati in Puglia, allora penso che le innovazioni realizzate da Federico II non riguardavano solo il codice delle leggi Melfitane, gli studi scientifici e in particolare il suo trattato sulla falconeria, ma anche l’arte culinaria con ingredienti freschi e semplici come la ricotta di cui erano ghiotti anche i suoi falchi. Ebbene, leggendo “Il tramonto delle aquile” vi consiglio di gustare un pezzetto di questo dolce che potrete preparare voi stessi sognando di essere ad un pranzo alla corte fantastica dell’imperatore FedericoII .

Ingredienti

Un dolce semplice e gustoso.
Ingredienti:
Per il ripieno: un kg di ricotta, 12 uova, 300gr di zucchero, la buccia grattugiata di un limone.
Per la pasta frolla: 300 gr di farina, 150 gr di zucchero, 100 gr di olio, un po’ di lievito Pan degli Angeli(un cucchiaino circa), 2 uova intere, buccia di mezzo limone grattugiato.

Preparazione

Preparate il ripieno sbattendo le uova intere con lo zucchero per mezz’ora, poi unire poco alla volta la ricotta passata al setaccio, mescolando delicatamente e infine la buccia grattugiata del limone.

Per la pasta frolla, mischiare la farina e lo zucchero con le uova, l’olio e un po’ di lievito Pan degli Angeli, aggiungendo la scorza grattugiata di mezzo limone. Formare una palla liscia e omogenea, poi dividerla in due parti, una più piccola e una più grande.
Con la parte maggiore di pasta fare una sfoglia sottile per foderare il tegame, riempire con il ripieno. Con la restante parte di pasta ricavare delle strisce con cui coprire il ripieno formando un reticolato.
Infornare a 180 gradi e cuocere per mezz’ora circa. Sfornare il dolce e cospargerlo di zucchero al velo, se gradito.

Il tramonto delle aquile

“Il tramonto delle aquile” è l’ultimo romanzo storico di Chiara Curione. Il protagonista è Manfredi di Svevia che racconta in prima persona la sua vita sin dall’adolescenza alla corte paterna e, successivamente, dopo la scomparsa del’imperatore, della sua ascesa al potere fino alla battaglia di Benevento in cui perse la vita. Il testo tende a mettere in luce i valori umani del protagonista e dei personaggi che lo circondano, parla di amore, di amicizia, ma anche di tradimento, di morte, di battaglie per riconquistare il potere nell’eterna lotta della supremazia tra impero e papato. In scena c’è la numerosa famiglia imperiale.

Federico e i suoi tanti figli, avuti da mogli diverse e amanti, figli spesso in competizione tra loro. Il romanzo, che unisce la storia e la leggenda, racconta di un’epoca travagliata ma piena di sviluppo, dove l’arte fioriva con grandi novità e la ricerca scientifica si intensificava, dove anche nell’architettura tutt’oggi si possono ammirare le numerose opere volute dall’Imperatore e da suo figlio Manfredi. Manfredi fu il figlio illegittimo più amato, colui che somigliava più di tutti all’imperatore e che che diventò il re di Sicilia e di Puglia.

Un re amato da tutti anche dal popolo, il quale ha tramandato attraverso le numerose leggende la storia di Manfredi, di sua madre Bianca Lancia, di Federico II. Con questa storia non solo si apprendono gesta di eroismo e di coraggio, ma anche la tenacia, l’onore, la lealtà. Una storia che parte dai nostri avi e arriva fino a noi per raccontare le nostre radici e le nostre tradizioni. L’ambientazione per la maggior parte è realizzata nei castelli più famosi di Puglia e parla di un medioevo dove la coloratissima corte federiciana attraversava paesi e città, lasciando esterrefatto il popolo che accorreva a vedere passare Federico II, in sella al suo bellissimo cavallo nero, seguito dai dignitari di corte e studiosi, al centro della carovana che si apriva con il serraglio di animali esotici. Seguivano i saltimbanchi e i giocolieri, poi le temibili guardie del corpo, i saraceni, in fondo c’erano gli elefanti che trasportavano palanchini con le donne del suo harem, seguivano i cavalli e i muli che trasportavano casse cariche di libri, vettovaglie e tutto il necessario per la corte.

Chiara Curione fa rivivere un’epoca mai dimenticata che ci fa sognare, dove la storia diventa non un semplice svolgersi di avvenimenti, ma la vita stessa di un popolo, della sua evoluzione e delle sue tradizioni.
Il romanzo, che è collocato in un’epoca di cui conserviamo alcune architetture, ci aiuta a studiare le nostre radici e i nostri stili di vita e a compararli con quelli del passato. Un romanzo storico serve appunto a riscoprire la storia in un modo diverso e più vicino a noi.

Dettagli del libro

  • Formato: Formato ebook
  • Dimensioni file: 1554 KB
  • Lunghezza stampa: 254
  • Editore: Edizioni Esordienti E-book (25 novembre 2014)
  • Venduto da: Amazon – Kobo
  • Lingua: Italiano
  • ISBN: 978-88-6690-223-2

Andrea Leonelli e il Gioco dei Libri – La selezione colpevole

gioco-di-libriAndrea Leonelli e il Gioco dei Libri – La selezione colpevole

Talvolta è capitato di passare qualche ora in buona compagnia con gli amici, cercando di indovinare quale fosse il soggetto estratto e ponendo domande del tipo: “Se fosse una città, quale sarebbe?”

Ebbene, abbiamo chiesto ai nostri autori di abbinare il titolo del loro libro a una città, un personaggio, un piatto tipico e una canzone. Ed ecco uno dei risultati.

La selezione colpevole

Sinossi

la selezione colpevole Introduzione a “Crepuscoli di luce”

La totale e completa negazione di una visione positiva regala in realtà la massima espressione del contrario della stessa. Cosa mai potrebbe esserci di peggiore? Ed ecco che il pessimismo si tramuta nella timida speranza che non vi sia affatto niente di peggio. “ma lascio la radice sperando di rifiorire”. L’animo sprofondato nel nulla risorge dalla propria miseria, facendo tesoro della bruttura umana. Francamente trovo che la raccolta contenga delle vere ed autentiche perle di pessimismo estremo che adoro, perché per quanto possa essere buio il pozzo in cui c’immergiamo, la luce del nostro IO brilla comunque. Come Dorian Gray trasmuta nel ritratto la propria essenza, così il mostro t’invita a vedere “il riflesso del tuo sporco interiore”. E la prosa contenuta è talmente estrema da riempire con la sua sofferenza ogni angolo disponibile, diventando “importante”.

Irma Panova Maino

Se “La selezione colpevole” fosse

 faenza

Una città: Faenza

«Le città di Lamone e di Santerno
conduce il lïoncel dal nido bianco,
che muta parte da la state al verno.»
(Dante Alighieri, Inferno, Canto XXVII)

Faenza è un comune italiano di 58541 abitanti della provincia di Ravenna in Emilia-Romagna.
Posta sulla via Emilia tra Imola e Forlì, poco a ovest del centro della Romagna, si trova ai piedi dei primi rilievi dell’Appennino faentino ed è sede vescovile della diocesi di Faenza-Modigliana nonché storicamente nota per la produzione di ceramica.
Oltre che faentini, un nome classico con il quale sono raggruppati gli abitanti di Faenza è “manfredi”, dal nome della famiglia che governò la città.

Faenza è la città in cui ora risiedo e lavoro, dove vivo. La città in cui sono avvenuti i cambiamenti della mia vita adulta. In cui mi sono scoperto persona, in cui mi sono perso e ritrovato in cui sono quasi morto e poi rinato.
Questa prima silloge, scritta in questa città è figlia anche del mio “essere” qua, in questa città per cui provo sentimenti contrastanti.
Né città né paese ha molte delle caratteristiche di entrambe, e non sempre sono le migliori. Ma non credo esista una “media città” perfetta. E come si può amare o odiare sia la metropoli che il villaggio rurale, lo stesso si può dire per queste località che stanno a metà strada.

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Un piatto: Fegato alla veneziana

Ingredienti per 4 persone

400 g di fegato di vitella tagliato a fette sottili; 2 o 3 cipolle bianche del peso complessivo di circa 400 g; 2 cucchiai d’olio extravergine d’oliva; 2 dita di vino bianco secco; prezzemolo, sale e pepe.

Minuti preparazione: 20

Minuti cottura: 25

Spellate le cipolle e affettatele sottili. Togliete la pellicina tutto intorno alle fette di fegato e tagliatele a listarelle larghe circa due dita.
Scaldate l’olio in una larga padella antiaderente e fatevi appassire le cipolle. Mantenete la fiamma a metà altezza e mescolate spesso in modo che le cipolle si cuociano senza quasi prendere colore.
Dopo circa un quarto d’ora, insaporite con sale e pepe e bagnate con il vino. Distribuite sulle cipolle le listerelle di fegato, rialzate la fiamma e lasciate cuocere per non più di quattro o cinque minuti, mescolandolo spesso e salandolo solo a fine cottura.
Perché il fegato non indurisca, dovrete cuocerlo solo all’ultimo momento, facendo attenzione che non passi di cottura senza tuttavia rimanere al sangue ma solo leggermente rosato all’interno.
Servitelo caldo, spolverato di prezzemolo tritato, accompagnandolo con fette di polenta arrostita.

fonte ricetta: Gambero Rosso

Perché il fegato? In primis perché lo adoro, poi perché il suo essere dolciastro e amarognolo racchiude un po’ la delusione e la rivalsa che provavo nel periodo un cui lo scrivevo. Dolore solitudine e disillusione mentre lo scrivevo, rivalsa e soddisfazione quando l’ho visto pubblicato. Questi i motivi per il fegato alla veneziana accanto a “La selezione colpevole”

 charles-bukowski

Un personaggio: Charles Bukowski

I suoi racconti e le sue poesie trovano spazio su giornali come “Story” ma soprattutto sulle pagine delle riviste underground. Non è infatti una fugace o “poetica” linfa creativa che lo induce a scrivere, ma la rabbia verso la vita, l’amarezza perenne del giusto di fronte ai torti e all’insensibilità degli altri uomini. Le storie di Charles Bukowski sono imperniate su un autobiografismo quasi ossessivo. Il sesso, l’alcol, le corse dei cavalli, lo squallore delle vite marginali, l’ipocrisia del “sogno americano” sono i temi sui quali vengono intessute infinite variazioni grazie a una scrittura veloce, semplice ma estremamente feroce e corrosiva.

Autodistruttivo… Per un periodo lo sono stato anche io. Poi sono, almeno parzialmente, rinsavito. Ma lo spirito corrosivo e sarcastico mi è rimasto. Forse ha sempre fatto parte di me.
Insieme al dolore e alla solitudine, l’autodistruzione e la cattiveria sono parte della mia silloge.

Disturbed Down with the sickness

L’energia di questa canzone è quella che ricevevo, ascoltandola, assieme agli altri brani dell’album The Sickness, mentre scrivevo le poesie di questa silloge. La scrittura e la musica mi hanno aiutato moltissimo a superare questo periodo critico della mia vita.

Dettagli del libro

Formato: Formato ebook
Dimensioni file: 575 KB
Lunghezza stampa: 116
Editore: EEE-book (10 agosto 2012)
Venduto da: Amazon – Kobo
Lingua: Italiano
ISBN: 978-88-6690-088-7

Alberto Zella e Il suo Libro da Gustare

libri-da-gustareAlberto Zella e Il suo Libro da Gustare

Lo spazio Libri da Gustare vuole stimolare la fantasia dei lettori e non solo quella. Dal momento che il vecchio detto recita che “il cibo nutre lo stomaco e i libri saziano la mente“, abbiamo pensato di stuzzicare i nostri autori proponendo loro di abbinare i titoli delle loro opere a una ricetta, un qualcosa che possa identificare e dare soddisfazione anche al palato.

Il paese dal cuore fumante

Polenta e brasato

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Unire sapori in una sera da gustare

Se qualcuno volesse leggere “Il paese dal cuore fumante” in autunno o in inverno, consiglio di associarlo alla polenta col brasato. La polenta è il piatto autunnale per eccellenza: quando la si versa, ancora calda e languida, sul tagliere di legno, prende una forma rotonda e col suo colore sembra un piccolo sole arrivato a sconfiggere il grigiore della brutta stagione. Essere uniti attorno al piccolo sole crea l’atmosfera che amo particolarmente.

Ingredienti

L’ingrediente principale di questo piatto è la pazienza, perché la preparazione è lunga e laboriosa.
La farina deve essere mista, fioretto e bramata, affinché raggiunga la giusta consistenza. Una farina troppo raffinata non acquisterà il gusto del brasato.
Ingredienti per quattro persone:

  • Almeno mezzo chilo di carne di manzo, dipende da quanto uno mangia. Preferiti i tagli della spalla del bovino: scamone o cappello del prete.
  • Vino rosso: barolo, rossi dell’Oltrepo, vini con buona acidità.
  • Cipolla, rosmarino, carote, sedano, chiodi di garofano, alloro, salvia.
  • Farina.
  • Burro, olio, sale, pepe.

Preparazione

Si inizia la sera prima, facendo marinare la carne (un pezzo unico, non tagliata) nel vino per tutta la notte, insieme alle verdure (la carne deve essere coperta totalmente). Preferibile che la carne sia legata. Il mattino dopo si fa sgocciolare la carne e la si fa rosolare in casseruola con olio e burro, a fuoco lento, da entrambi i lati. Si aggiungono le verdure sgocciolate e alloro, chiodi di garofano, salvia, rosmarino e sale e pepe. Si aggiunge il vino marinato e si fa cuocere a fuoco lento per due ore e mezza o tre, con un coperchio sulla casseruola. Non lasciare asciugare l’intingolo (se asciuga si può aggiungere del brodo). Una volta tolto dal tegame il brasato deve riposare per un quarto d’ora. Togliere le verdure e aggiungere al fondo di cottura un cucchiaio o due di farina. Tritare le verdure e aggiungerle al fondo di cottura. Tagliare la carne e servire il tutto con la polenta. Ringraziare il buon Dio di tanta abbondanza e ricordarsi di chi non ne ha.

Il paese dal cuore fumante

L’innamoramento è sempre un fenomeno positivo o qualche volta può causare dei disastri? E i paesi dove viviamo sono anch’essi creature che nascono, crescono, invecchiano e muoiono? A chi appartengono le enormi impronte che compaiono nottetempo nell’orto della vecchia casa?
Davide è, a sua insaputa, una forza della natura. Il romanzo lo coglie nel momento fondamentale del passaggio dall’adolescenza all’età adulta. La sua giovinezza esplode incontenibile e lo porterà anche a commettere degli errori in buona fede. Ma vi è anche un altro passaggio fondamentale nel romanzo: quello del paese, Dragorma, che è ormai uscito dall’antica civiltà contadina, ma non è ancora entrato nell’era dei telefonini e dei computer che sorgerà qualche anno più avanti, e che per il paese significherà l’arrivo della vecchiaia.

Dettagli del libro

  • Formato: Formato ebook
  • Dimensioni file: 2223 KB
  • Lunghezza stampa: 251
  • Editore: EEE-book (26 ottobre 2015)
  • Venduto da: AmazonKobo
  • Lingua: Italiano
  • ISBN: 978-88-6690-273-7

Salvatore Buccellato e il Gioco di Libri

gioco-di-libriSalvatore Buccellato e il Gioco di Libri

Talvolta è capitato di passare qualche ora in buona compagnia con gli amici, cercando di indovinare quale fosse il soggetto estratto e ponendo domande del tipo: “Se fosse una città, quale sarebbe?”

Ebbene, abbiamo chiesto ai nostri autori di abbinare il titolo del loro libro a una città, un personaggio, un piatto tipico e una canzone. Ed ecco uno dei risultati.

Uomini Nudi

Sinossi

 buccellato_eee Uomini Nudi nasce come idea dopo aver sentito i Monologhi della vagina. Volevo creare un corrispettivo tutto al maschile e che parlasse di un TABU’ che ancora c’è nei nostri tempi: L’OMOSESSUALITA’.
Questo testo teatrale è tratto da una raccolta di racconti, in gran parte monologhi; confessioni che cercano di far vivere e immedesimare il lettore/spettatore nelle loro vite; per far riflettere sulle privazioni, le paure, i sotterfugi che a volte una condizione come quella omosessuale comportano.
Ancora oggi OMOFOBIA e non accettazione sono dovute, in grandissima parte, ad una forma di ignoranza e di lontananza dal problema. Ascoltare queste persone che si mettono a nudo e parlano di come loro sono costretti ad affrontare la loro vita potrebbe aiutare a capire e ad avvicinarvi a loro.
Da 6 mesi, anche in Italia, abbiamo una forma di matrimonio -che si è dovuto chiamare unione civile per non offendere la sensibilità dei cattolici- ma cosa è cambiato se ancora per la gente sono e rimangono solo una coppia di “FROCI?”.

Se “Uomini Nudi” fosse

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Una città: ISTANBUL

Trovo che ISTANBUL sia una città vera senza concessioni, che si fa vedere com’è e che, come il testo teatrale “Uomini Nudi”, viva di una dualità evidente che per la città è anche fisica, territoriale. Doppia anche come identità: culturale e religiosa. In alcuni quartieri sembra una città moderna ed europea in altre il suo animo rimane legato all’ISLAM al suo essere araba. Nel tempo ciò che era Islam è diventato cristiano per poi tornare alle radici perché i vincitori prendono tutto e le cose si adattano ai tempi, per volontà della storia.
Istanbul è una grande bugia, è la promessa di qualcosa che – per sua natura, per la sua storia – non si può avverare.

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Un piatto: TRUFFLES

Adoro tutto quello che è dolce (beh a parte il miele!) e anche se non sono uno “schiavo” del cioccolato penso che non ci sia niente di meglio e più “culinariamente” semplice e squisito dei tartufi di cioccolato. Al tatto e sulle labbra sono polverosi, asciutti, danno quasi una sensazione di deserto ma già addentandoli senti che sono qualcosa d’altro; profondamente cremosi, setosi e unici. Ruvidi e opachi i TRUFFLES -per me- rappresentano la forma più “maschia” della cioccolata.

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Un personaggio: LUCA ZINGARETTI

Non sono un fan di Montalbano e ho scelto Zingaretti perché da due anni sta portando nei Teatri italiani (gli stessi che nel 2016 mettono ancora in scena Goldoni, Orfeo ed Euridice, Moliere) un testo molto bello e importante: PRIDE che narra di due storie concatenate nel tempo che parlano di amore e omosessualità. La difficoltà per testi come il mio UOMINI NUDI -che è costruito su 7 monologhi di persone gay – è appunto quella di poter andare in scena e ammiro Zingaretti che ha comperato i diritti; messo su una compagnia, curato la regia, perché ha creduto nella forza educativa del testo. Senza di lui e il potere contrattuale del suo nome forse in Italia un testo come PRIDE – a volte così crudo e intelligente – non avrebbe trovato spazio.

Una canzone: Nine Million Bicycles

Di Katie Melua

L’ho scelta perché è la “nostra” canzone!

Ci sono nove milioni di biciclette a Pechino
Questo è un dato di fatto, è una cosa
che non si può negare
come il fatto che io
ti amerò fino al giorno della mia morte

siamo distanti dodici miliardi di anni luce
dal bordo (del mondo), è una supposizione,
nessuno può assicurare che sia vero
ma c’è una cosa che so con certezza,
che starò con te per sempre
ogni giorno sono riscaldato
dal fuoco del tuo amore
quindi non chiamarmi bugiardo, devi
credere semplicemente a tutto quel che dico

ci sono più o meno sei miliardi
di persone, nel mondo
e questo mi fa sentire piuttosto piccolo
ma tu sei l’unica che amo più di tutto

siamo alti sul filo
possiamo guardare il mondo
e non mi stancherò mai
dell’amore che mi dai ogni notte

Ci sono nove milioni di biciclette a Pechino
e tu sai che io ti amerò
fino al giorno della mia morte.

Dettagli del libro

  • Formato: Formato ebook
  • Dimensioni file: 797 KB
  • Lunghezza stampa: 44
  • Editore: EEE-book (11 ottobre 2016)
  • Venduto da: Amazon – Kobo
  • Lingua: Italiano
  • ISBN: 978-88-6690-327-7