Tante sfumature di rosso in promozione su Amazon

Tante sfumature di rosso in promozione su Amazon

Fino alla fine di luglio Amazon propone le creazioni di Giancarlo Ibba (La vendetta è un gusto, L’alba del sacrificio e C’era una volta in Sardegna) in cui il rosso, come il sangue, c’è e in abbondanza e l’eros che scaturisce dal libro di Roberta Andres: Le foto di Tiffany.

Dunque ancora rosso, come i sapori piccanti creati dalle atmosfere di Roberta.

Ovviamente nel catalogo EEE ci sono altri horror e altri erotici, ma perché non approfittare delle offerte Amazon e lasciarsi conquistare in questa estate afosa?

E voi, con questo caldo, quale genere preferite?

Le foto di Tiffany

Formato: Formato ebook

Dimensioni file: 895 KB

Lunghezza stampa: 89

Editore: EEE-book (12 settembre 2015)

Venduto da: Amazon Kobo EEE

Lingua: Italiano

ISBN: 978-88-6690-258-4

 

I libri di Giancarlo Ibba

Formato: ebook e cartaceo

Dimensioni file: 1223 KB

Lunghezza stampa: 120

Editore: EEE-book (5 agosto 2012)

Venduto da: Amazon Kobo EEE

Lingua: Italiano

ISBN: 978-88-6690-085-6

Formato: ebook e cartaceo

Dimensioni file: 1595 KB

Lunghezza stampa: 343

Editore: EEE-book (18 ottobre 2013)

Venduto da: Amazon Kobo EEE

Lingua: Italiano

ISBN: 978-88-6690-160-0

Formato: ebook e cartaceo

Dimensioni file: 2362 KB

Lunghezza stampa: 509

Editore: EEE-book (18 febbraio 2015)

Venduto da: Amazon Kobo EEE

Lingua: Italiano

ISBN: 978-88-6690-236-2

C’era una volta in Sardegna – versione free

C’era una volta in Sardegna - versione free

Qualcuno ha scritto: Se il terrore potesse avere una voce, parlerebbe sardo.

Ebbene, C’era una volta in Sardegna risuona di accenti che trasportano il lettore all’interno dell’isola, direttamente nelle atmosfere sconcertanti che il libro propone.

Cosa accade a Solus? E che significato ha la lettera che viene recapitata al protagonista, costringendolo a tornare al paese natio?

Ogni episodio crea quel perfetto tassello che, come un puzzle, ricompone la storia, offrendo un quadro che nessuno avrebbe potuto immaginare, se non le vittime e i carnefici.

Eppure, nemmeno le vittime, o gli stessi carnefici, avrebbero potuto organizzare una tragedia di così ampia portata. Solus non è quello che sembra e i suoi abitanti nascondono segreti che sarebbe meglio non scoprire.

Il romanzo completo è su tutti i webstore.
Ecco alcuni link diretti: Amazon, Kobo, StreetLib… ma lo trovate ovunque. Il cartaceo, senza spese di spedizione, si trova sul sito dell’Editore.

Buona lettura!

C’era una volta in Sardegna – versione free epub
C’era una volta in Sardegna – versione free mobi

Come leggere gli ebook

Se non avete un software apposito che decodifica il formato dell’ebook in vostro possesso, non riuscirete mai ad aprirlo e leggerlo.

Quindi basta fornirsi di un lettore apposito, una applicazione o un software e tutto si risolve.

Angelus di sangue – versione free

Angelus di sangue - versione free

Il Palazzo Apostolico in Vaticano è certamente uno dei luoghi più monitorati al mondo, ma è davvero impenetrabile ad un attacco terroristico? Dalle penne di Alessandro Cirillo e di Giancarlo Ibba è nato un romanzo d’azione dai ritmi serrati e convulsi, denso di colpi di scena, in cui si misurano due grandi protagonisti: il terrorista afgano Fawaz, intelligente e crudele, ma con fortissime motivazioni all’azione e all’odio, e Bruno Majo, un diacono che sta per essere ordinato sacerdote, ma che ha un passato da militare addestrato e un terribile segreto da custodire.

“Ciò che noi creiamo per il mondo
e ciò che il mondo esige da noi
è una storia. Ora e per sempre.”
Robert McKee

“Un giorno la paura bussò alla porta,
il coraggio andò ad aprire…
e non c’era più nessuno.”
J. Wolfgang Goethe

Il romanzo completo è su tutti i webstore.
Ecco alcuni link diretti: Amazon, Kobo, StreetLib… ma lo trovate ovunque, anche in cartaceo.

Buona lettura!

Angelus di sangue – versione free epub
Angelus di sangue – versione free mobi

Come leggere gli ebook

Se non avete un software apposito che decodifica il formato dell’ebook in vostro possesso, non riuscirete mai ad aprirlo e leggerlo.

Quindi basta fornirsi di un lettore apposito, una applicazione o un software e tutto si risolve.

Tecniche per spy story

Tecniche per spy story… poi si può aggiungere il talento!

Cari Lettori e Autori,
eccoci di nuovo all’appuntamento settimanale con i video, per chi ha la pazienza e la voglia di seguirli, e con qualche notizia editoriale.
Questa settimana parliamo di spy story e, come sempre, di lettura e scrittura consapevoli: è il sessantesimo video della serie! Ma si impara a leggere e a scrivere soltanto facendolo, o almeno si imparano le tecniche, il talento è un qualcosa di più che, se c’è, può fare molto. Ma, senza la tecnica, il talento non basta.
Nel video parliamo di una spy story molto famosa, Il Codice Rebecca di Ken Follett, ma vorrei segnalarvi tre nostri ebook in promozione, la cui lettura, vi assicuro, sarà molto godibile, anche se i nomi degli autori sono meno conosciuti (per ora):

Emanuele Gagliardi, Nero pesto (Offerta Lampo Kindle e promo su tutti gli store soltanto il 21 gennaio). Roma, 1979. Sono gli anni in cui eversione nera e terrorismo rosso insanguinano la Capitale aggiungendosi agli attacchi diretti allo Stato culminati nel rapimento e uccisione di Aldo Moro. Omicidi, sequestri, rapine, violenze hanno spesso connotazione ideologica e così, quando un portinaio di 60 anni iscritto al MSI, Alfredo Mancini, viene trovato morto, orrendamente mutilato, il commissario capo della Squadra Mobile Umberto Soccodato si indirizza senza esitare sulla pista politica, benché le caratteristiche del delitto lascino ipotizzare un movente passionale forse omosessuale. Qualche giorno dopo, nello stesso stabile, avviene un secondo omicidio. A parte il teatro dei delitti e le simpatie destrorse delle vittime, non parrebbe esserci un comune denominatore tra i due casi. Ma è davvero così? Soccodato e i suoi collaboratori si muovono non senza grossi rischi e affanni nel sottobosco del terrorismo neofascista che per le sue aderenze con gli ambienti istituzionali e con la grande criminalità capitolina si rivela un nemico quanto e forse più insidioso delle temibili e meglio organizzate formazioni eversive di sinistra.

Alessandro Cirillo e Giancarlo Ibba, Angelus di sangue: (promozione fino alla fine del mese su tutti gli store) Il Palazzo Apostolico in Vaticano è certamente uno dei luoghi più monitorati al mondo, ma è davvero impenetrabile ad un attacco terroristico? Dalle penne di Alessandro Cirillo e di Giancarlo Ibba è nato un romanzo d’azione dai ritmi serrati e convulsi, denso di colpi di scena, in cui si misurano due grandi protagonisti: il terrorista afgano Fawaz, intelligente e crudele, ma con fortissime motivazioni all’azione e all’odio, e Bruno Majo, un diacono che sta per essere ordinato sacerdote, ma che ha un passato da militare addestrato e un terribile segreto da custodire.


Alessandro Cirillo, Schiavi della vendetta
(promozione fino alla fine del mese su tutti gli store): Durante un’operazione militare in Somalia, il sergente Loiacono stupra una giovane donna con la complicità di alcuni commilitoni, mentre Samuel Pagano, uno dei soldati al comando di Loiacono, pur volendolo, non trova coraggio sufficiente per contrastare il gesto scellerato del suo superiore e dei suoi compagni.
Vent’anni più tardi, le vite dei protagonisti di quel turpe episodio hanno preso strade diverse: Pagano, ad esempio, si è laureato ed è diventato un importante uomo d’affari e un buon padre di famiglia; Loiacono, sempre scapolo alla ricerca di dubbie avventure con donne conosciute occasionalmente o prostitute, ha fatto carriera in politica ed è addirittura indicato come futuro presidente del Consiglio. Eppure, qualcuno non ha dimenticato, vorrà pareggiare i conti e lavare col sangue l’oltraggio subito nel passato dalla giovane somala e tenterà di farlo mettendo in campo tutta la sua rabbiosa determinazione e il suo odio cresciuto nel tempo.
Schiavi della vendetta è un romanzo denso d’azione, dal ritmo incalzante, pagina dopo pagina.

Questi libri sono anche in formato cartaceo e, se li ordinate dal sito EEE, senza spese di spedizione.

Buona lettura!

Piera Rossotti Pogliano

Giancarlo Ibba e La sua Postazione

la-mia-postazioneGiancarlo Ibba e La sua Postazione

Ogni autore possiede una propria postazione in cui le idee prendono forma e le parole scorrono velocemente sul monitor. Per i più conservatori esistono ancora gli scrittoi, carta, penna, talvolta calamaio. Tuttavia, a prescindere dal mezzo con cui si esprimono i pensieri, la magia che scaturisce è quella insita in ogni forma d’arte e noi vogliamo farvi vedere come se la cavano i nostri autori.

L’Antro dello Scrittore

postazione

La mia postazione da combattimento contro i miei fatui demoni letterari, traslocata più volte causa di innumerevoli  cambi forzati di residenza, la chiamo da sempre “l’antro dello scrittore”.  Al contrario di quanto consiglia Stephen King, io la posiziono accanto a una finestra. Mi piace la luce che entra di lato, sulla tastiera, modificandosi nel corso della giornata.

Già, perché io sono uno di quelli che scrive saltuariamente ma, quando ci si mette, è capace di stare alla tastiera dall’alba al tramonto e oltre. In questa postazione particolare, locata in quel di Epinel (Cogne, Valle d’Aosta, Italia) ho revisionato La vendetta è un gusto, riscritto da capo L’alba del Sacrificio, concepito C’era una volta in Sardegna e battuto a ritmo di battaglia Angelus di Sangue.

Come potete osservare nella fotografia, pur nella necessaria solitudine dell’atto creativo, non mi manca la compagnia. Il mio gatto Tuco (Benedicto Pacifico Juan Maria Ramirez, detto il Porco), al solito, sorveglia i lavori da dietro il monitor, godendosi il getto di aria calda che esce dalle ventole del notebook. A sinistra c’è Motta, la marmotta. A destra il teschio plastico di Ugo (che non brilla nel buio, citazione per attempati dellamortiani), occasionalmente utilizzato come porta caramelle. Non manca mai sul mio tavolo neanche il Dizionario dei sinonimi e dei contrari, detesto ripetere le stesse parole nella stessa pagina. Fuoricampo c’è la fida stufa a pellet, accesa da settembre a giugno.

Fa freddo da queste parti, dieci mesi su dodici. L’inverno arriva presto, l’estate non arriva mai. A differenza di quando stavo in Sardegna, in cui evitavo le ore più calde scrivendo nei torridi pomeriggi estivi del Profondo Sulcis, qui le mie estemporanee sessioni di scrittura si concentrano nelle gelide giornate invernali. Specialmente nelle silenziose notti nevose, con i fiocchi spinti dal vento che si sciolgono contro i vetri tiepidi della finestra al mio fianco.  Atmosfera che ispira, direte.

Ispira a non mettere fuori il naso dal calduccio intrappolato dentro casa, rispondo io.

Che fare in questa frequente situazione? Le mie scelte preferite sono tre: guardare un film, leggere un libro o scriverne uno. Sempre che riesca a resistere al canto suadente delle sirene del divano e della televisione. Potrei ficcarmi tappi di cera nelle orecchie, come Ulisse, ma non lo faccio.

Qualche volta riesco a resistere al richiamo però e, allora, per vostra fortuna (o sfortuna)… scrivo.

 

Un ragazzo da settemila copie

Un ragazzo da settemila copie

pizap.com14656890134601

Alessandro Cirillo, giovane autore emergente lanciato da EEE, alla scrittura ha ormai preso gusto e le settemila copie vendute ne sono una chiara testimonianza.

Dopo Attacco allo Stivale, thriller d’azione pubblicato nel gennaio 2013, ha pubblicato Nessuna scelta nell’aprile 2014, poi Trame oscure nel febbraio 2015 (secondo classificato nella sezione ebook al Premio Letterario e Giornalistico “Piersanti Mattarella” 2015) e, nel dicembre dello stesso anno, è uscito Angelus di sangue, scritto a quattro mani con un altro autore emergente EEE, Giancarlo Ibba.

Ora, dopo aver venduto oltre settemila copie dei suoi romanzi, a maggio del 2016 Alessandro ha pubblicato Schiavi della vendetta che, siamo certi, diventerà un bestseller come i precedenti.

Perché ve lo stiamo dicendo? Perché Alessandro è uno di voi, un autore che ha iniziato come tanti altri, mettendo in gioco la propria passione e i propri sogni. Nella vita lavora presso le Ferrovie dello Stato, un lavoro logorante che spesso lo porta a contatto con la parte più oscura del genere umano, ma anche con “vecchiette” deliziose che lo prendono per mano e lo conducono lontano da una discussione accesa. Alessandro però non scrive di vecchietti o di passeggeri che vogliono aver ragione anche quando non hanno il biglietto o quando si comportano in modo fastidioso, arrecando disturbo agli altri; lui racconta le gesta avventurose di soldati, agenti segreti, complottisti e attentatori. Non solo, scrive, attraverso il suo blog, anche articoli che parlano delle nostre Forze Armate, approfondimenti che trasmettono ai lettori la sua passione per un Paese che ha un passato glorioso e che, ancora adesso, lascia nel DNA di molti quel fiero orgoglio di poter appartenere a un’utopia.

E nel tempo, questa sua passione si è trasformata aiutandolo ad affinare lo stile, a rendere ancora più realistici e umani i suoi personaggi, a raccontare storie così attuali da ritrovarle scritte nei giornali, come fatti di cronaca vera, nell’arco di pochi mesi. Alessandro è un autore dei nostri tempi, calato in un quotidiano modo di vivere che appartiene a chiunque di noi: un padre di famiglia e un marito premuroso.

Eppure, nonostante questo suo apparente stato di “normalità”, possiede un talento indubbio che lo porta a resistere perennemente nelle classifiche di Amazon e non solo entro i primi 100 di una determinata categoria, anche nella classifica Top 100 dei bestseller assoluti.

E, con cotanto risultato, possiamo forse non essere orgogliosi di lui?

Giancarlo Ibba e la sua esperienza

Giancarlo Ibba è l’autore che meglio rappresenta il New Gothic nel panorama letterario italiano e le sue storie, ambientate su suolo nostrano, specialmente nella sua amata Sardegna, portano il lettore a immergersi nell’orrore puro dato dal quotidiano. Come lo stesso Giancarlo afferma, non c’è nulla di più terrificante del terrore che scaturisce dalla normalità. #EEE #autoriEEE

logo esperienza

Giancarlo Ibba e la sua esperienza con EEE

di Giancarlo Ibba

Il mio primo contatto con la EEE risale all’ottobre 2011. Mi trovavo in Sardegna per trascorrere le ferie al caldo (nel Profondo Sulcis l’autunno arriva più o meno nel periodo natalizio) e ricaricare le batterie in vista della prossima Stagione Invernale. Un pomeriggio, mentre con la pancia piena dei manicaretti materni e del vino paterno contemplavo dalla sedia a sdraio l’oscillare delle fronde degli ulivi nel giardino, ricevetti una telefonata della Fidanzata. “Ho trovato su internet una nuova Casa Editrice che cerca manoscritti di autori esordienti!” annunciò. Con il mio solito entusiasmo pomeridiano post-banchetto, ho replicato: “Ah-ah.”

“Ti segno la mail?”

Risposta (immaginatela con lo stesso tono stralunato di Forrest Gump): “Okay”.

La mia scarsa eccitazione, oltre alla digestione lenta e i postumi del Cannonau di Jerzu, era dovuta principalmente a due fatti: primo, fino ad allora i miei tentativi di comunicare con una CE erano stati inutili; secondo, nonostante tutti gli amici che mi dicevano il contrario, io non ero ancora convinto di essere abbastanza bravo nello scrivere da poter addirittura pubblicare un libro. Alla fine del Liceo Scientifico, dopo aver vinto una Targa Premio in un Concorso Letterario Comunale, avevo spedito a un Presunto Editore un manoscritto intitolato “Verdetto Invisibile” (quello che oggi costituisce il nucleo originale de “L’alba del Sacrificio”). Qualche settimana dopo mi arrivò per posta un plico con la risposta. In breve, la storia era piaciuta (a chi? Dettaglio non specificato) e si voleva procedere con la pubblicazione. Facile, no? Dov’era la fregatura, direte voi? La fregatura era che mi si chiedeva un contributo di 7.500.000 lire e l’acquisto preventivo di minimo 500 copie.

Declinai l’offerta, ovviamente. A quei tempi, quasi diciottenne, tutte le somme oltre i tre zeri mi erano praticamente sconosciute. La paghetta settimanale, somministrata dai genitori ai figli, era un concetto mitologico, qualcosa che esisteva soltanto nei telefilm americani tipo “Casa Keaton”. L’unica paga che conoscevo era quella di mio padre, che arrivava il 27 di ogni mese (con il senno di poi, tutto sommato ero un privilegiato) e dovevamo farla bastare fino al 27 successivo. Quando andava bene, sbrigando qualche commissione o lavoretto, con grande parsimonia riuscivo a racimolare gli spiccioli per acquistare un pallone da calcetto Tango (5000 lire), un gelato (rigorosamente un ghiacciolo al limone, con il suo duro e appiccicoso bastoncino di liquirizia, prezzo 250 lire) e qualche caramella alla menta (25 lire ciascuna).

Non ho più spedito nulla fino ai tempi dell’università, quando, sollecitato dai pochi lettori-cavie dei miei raccontini horror, decisi di riprovarci. Non avevo grosse aspettative, ma perlomeno li avrei fatti contenti. Così investii in grandi buste arancioni, fotocopie rilegate e francobolli, una frazione del mio budget extra annuale. Questo extra proveniva dal lavoro estivo a cui nel frattempo mi ero dedicato… ma questa è un’altra storia, come si dice.

Tagliando corto, tutti i manoscritti inviati a CE più o meno grandi non ricevettero risposta e finirono chissà dove. In un certo senso, ne fui anche contento, perché in fondo mi vergognavo delle assurdità che andavo scrivendo. Così, smisi di pensarci e mi dedicai con pazienza a trasferire dal cartaceo al digitale le pagine dei miei block notes, malamente imbrattate di inchiostro in quegli anni spensierati e fuggevoli. Nel frattempo scrissi altre cose, parecchie incompiute, tra le quali un romanzo breve intitolato “Ragazzi Normali”.

E con “Ragazzi Normali” ritorniamo all’autunno del 2011.

Finite le ferie e tornato alle fresche montagne della Valle d’Aosta, recuperai l’indirizzo email e inviai in lettura alla EEE il file word di un romanzo horror intitolato “Frammenti di Terrore”. In poche parole, si trattava della versione espansa, corretta e rivista, del racconto adolescenziale spedito al Presunto Editore.

Immediatamente (grande novità!) ricevetti una risposta automatica di avvenuto ricevimento. Il giorno seguente una cortese mail della signora Piera Rossotti mi informava che il file era stato messo in lista di attesa per la lettura. I tempi previsti per un responso erano di circa sei/otto mesi e, in ogni caso, mi sarebbe stata fornita una scheda di lettura e un parere obbiettivo sulle possibilità di pubblicazione.

Benissimo, pensai.

Ho tanti difetti, ma come quasi tutti i Sardi (evoluzione genetica dovuta alla pratica millenaria della pastorizia?) possiedo la virtù della pazienza. Così, mi dedicai ad altre faccende e lasciai che il tempo facesse il suo corso. In primavera, inattesa, ricevetti un’altra mail con allegata scheda di valutazione. Mi aspettavo quattro righe messe in croce (come era accaduto con il Presunto Editore, invece mi trovai sotto gli occhi un paio di pagine belle fitte. Ogni aspetto della mia “opera” era stato analizzato, evidenziandone i pregi e sottolineando i numerosi difetti. In definitiva, la conclusione era: così com’è adesso il romanzo non mi convince e non lo riteniamo pubblicabile. Non me la presi. Scrissi una lettera di ringraziamento per il lavoro svolto e, comunque, anche solo per avermi degnato di una risposta. Ne nacque un breve scambio epistolare digitale con la signora Rossotti, dove lei mi spiegò che parte delle sue perplessità sul mio romanzo (oltre alla incasinata struttura temporale non lineare) derivavano da un fatto di gusto personale: non le piacevano le storie di autori italiani ambientate negli Stati Uniti. Perché non provare ad ambientare il racconto in Sardegna? buttò lì, semplicemente. Accettai il suggerimento e le risposi che avrei riscritto tutta la vicenda da capo, localizzandola nel Sulcis. Già mentre scrivevo questa risposta, un bel po’ di nuove idee mi balzarono in mente. Non ero sicuro di farcela, ma avrei di certo fatto del mio meglio.

Passò qualche mese. Cominciai a riscrivere “Frammenti di Terrore” e, nel frattempo, ripassai per l’ennesima volta il file di “Ragazzi Normali”. Pensavo: questa storiella di studenti fuoricorso e docenti fatti a pezzi potrebbe piacere o no? A fine giugno, superando la mia ritrosia, inviai in lettura il file alla EEE. A questo punto della narrazione dovete sapere una cosa: il primo romanzo era il mio figlio preferito (il primogenito), mentre il secondo lo consideravo un figlio… minore. Perché? Perché uno era stato scritto in vent’anni, mentre l’altro in poco più di un mese, senza sforzo e senza mai richiedere grandi modifiche.

Figli e figliastri, insomma.

Comunque sia, a questo punto accade una cosa curiosa. Per vari motivi, resto un mesetto senza ispezionare la mail, anche perché in quel periodo ricevevo soltanto spam, pubblicità e poco altro. Un giorno di fine luglio controllo la casella di posta elettronica e, in cima alla lista delle ricevute, trovo una mail della Rossotti. La apro e leggo: Buongiorno. Allora, pubblichiamo? Resto di stucco. Così scorro in basso la lista e trovo un’altra mail, scritta una settimana prima. Mi comunicava che aveva letto personalmente “Ragazzi Normali”, le era piaciuto (a parte il fatto che non avrebbe più guardato le braciole di maiale e le cernie negli acquari con gli stessi occhi di prima) e voleva pubblicarlo. Naturalmente, accettai la proposta. La correzione della bozza richiese pochissimo tempo: decidemmo di cambiare il titolo in “La vendetta è un gusto”, eliminammo qualche refuso e un errore madornale riguardo agli stipiti che sbattono.

Ad ogni modo, credo di essere uno dei pochi aspiranti scrittori che si è perso la prima mail che gli annunciava la prossima pubblicazione del suo romanzo d’esordio. Bella roba, eh? Tuttavia, quelle due parole, tra lo stupito e l’impaziente (allora, pubblichiamo?), mi sono rimaste impresse. Del resto, a mia parziale giustificazione, come potevo aspettarmi una risposta dopo nemmeno un mese?

Ai primi di agosto il contratto editoriale era firmato e l’ebook pubblicato nei vari store digitali.

Nel giro di dieci mesi ero entrato nel catalogo e nella scuderia EEE, a quell’epoca ancora esiguo, ma con buone prospettive per il futuro, come ripeteva spesso Renato Pozzetto nel film “Il ragazzo di campagna”.

Con i piedi ben saldi sul terreno, come sempre, la signora Rossotti mi comunicò di non aspettarmi grandi cose, poiché il mercato digitale era solo agli inizi e un autore sconosciuto poteva considerarsi soddisfatto se raggiungeva le 500 copie vendute. Io, che di solito non mi aspetto niente di buono dalla vita, pensai che ero già soddisfatto soltanto per aver pubblicato. Potete darmi torto? Le aspettative generano frustrazione, diceva Buddha.

In ogni caso, sorprendentemente, “La vendetta è un gusto” cominciò a vendere. Superò le 500, le 1000 e le 1500 copie, piazzandosi anche per qualche tempo in cima alla classifica generale di Amazon Kindle. Uno dei primi inaspettati bestseller della EEE, testuali parole della signora Rossotti durante l’emozionante Salone del Libro 2012 (il primo della mia vita), e ne vado fiero e orgoglioso!

Per concludere, oggi, quattro anni dopo gli eventi narrati nelle ultime righe di questo lungo resoconto, posso affermare (ma penso che si sia capito, no?) che la mia esperienza con la EEE e l’esimia editora Piera Rossotti è stata, è e sarà molto positiva. La EEE è una Casa Editrice a misura d’uomo (a misura d’autore, oserei affermare), dove è possibile creare un rapporto personale oltre che professionale con la boss e con gli altri colleghi (quelli che ho conosciuto, perlomeno), un rapporto basato sul rispetto reciproco, la collaborazione e la franchezza delle opinioni. L’importante, come ho già detto, è restare tutti con i piedi per terra e la testa fra le nuvole. Infine, dove altro avrebbe potuto trovare il ragazzo di campagna che vive in me, un’editora a cui dare impunemente del tu se non alla EEE?

L’importanza di fare squadra

L’importanza di fare squadra

Quando gli sforzi congiunti portano a risultati concreti.

13233087_1776637969221654_6225253969881947743_n

Ve ne abbiamo già parlato e abbiamo approfondito l’argomento anche nel corso del Salone del Libro, dando voce alla nostra esperienza. Tuttavia, abbiamo preferito che fossero proprio gli autori a raccontare il loro punto di vista, a spiegare al pubblico presente quali benefici hanno tratto dal far parte di un “insieme”, di un gruppo omogeneo, compatto, in grado di supportare i colleghi. Ed è stato proprio nel corso della conferenza stampa che Giancarlo Ibba ha coniato uno slogan che diventerà presto il simbolo di quanto stiamo condividendo con tanti altri scrittori, anche se non strettamente facenti parte di EEE: Si scrive da soli, si pubblica insieme.

In questa frase è racchiusa una filosofia che non vuole essere solo un identificativo della Casa Editrice, ma un motto che può essere adattabile a chiunque. Non abbiamo la pretesa di aver scoprire l’antidoto che sarà in grado di salvare l’editoria, ma da qualche parte bisogna iniziare. Personalmente ho chiuso la conferenza con un riassunto che al meglio sintetizza il nostro operato, ovvero con i risultati che abbiamo ottenuto fino a ora, visibili tra l’altro su Amazon, traguardi raggiunti in pochi anni, da quando EEE ha aperto i battenti, che non sono da sottovalutare. In sostanza, se non pensate che “fare squadra” sia una filosofia condivisibile, allora credete almeno alle classifiche dello store più importante al mondo.

Tuttavia, questo sforzo congiunto non avrebbe senso se non vi fosse alla base il fattore umano. Molti di noi condividono anche la stessa convinzione che essere uniti non significhi solo ricondividere sui social il post di un collega o passare a mettere un “mi piace” sulla sua bacheca. Essere uniti significa anche appoggiarsi nei momenti di difficoltà, aiutare a dipanare un nodo nelle trame, trovare escamotage per far funzionare una storia arenata, aprirsi al confronto e diventare attenti ascoltatori di quanto gli altri hanno da dire. Noi non vogliamo essere isole in un oceano che sommerge il singolo. Al momento siamo un arcipelago, fatto di tante piccole realtà che possono, però, costituire un punto fermo per chiunque voglia approdare alle nostre rive. E cresceremo ancora, perché vogliamo poter condividere, con chiunque voglia ascoltarci, quello che abbiamo imparato e la nostra esperienza.

Perché la conoscenza, se non è condivisa e diffusa, non serve a nulla.

Dunque, restate sintonizzati con noi, con i nostri autori e con il nostro Editore, perché avremo molte novità da raccontarvi nel prossimo futuro!

 

Angelus di sangue

Angelus di sangue, un thriller che vi toglierà il fiato

Solo a Giancarlo e ad Alessandro poteva venire in mente di unire le loro fervide immaginazioni per scrivere un romanzo a quattro mani. E che mani! Dal Maestro del Gotico italiano e dal Signore delle Spy Stories nostrane non potevamo aspettarci altro che un Angelus di sangue. E ringraziate la presenza di Alessandro se, alla fine del libro, qualcuno è rimasto vivo 😉

Angelus_EEE

Il Palazzo Apostolico in Vaticano è certamente uno dei luoghi più monitorati al mondo, ma è davvero impenetrabile ad un attacco terroristico? Dalle penne di Alessandro Cirillo e di Giancarlo Ibba è nato un romanzo d’azione dai ritmi serrati e convulsi, denso di colpi di scena, in cui si misurano due grandi protagonisti: il terrorista afgano Fawaz, intelligente e crudele, ma con fortissime motivazioni all’azione e all’odio, e Bruno Majo, un diacono che sta per essere ordinato sacerdote, ma che ha un passato da militare addestrato e un terribile segreto da custodire.

Alessandro Cirillo è nato nel 1983 in provincia di Torino.
Nel 2003 ha conseguito il diploma di ragioneria presso ITCG Galileo Galilei di Avigliana.
Subito dopo la fine della scuola ha conosciuto una splendida ragazza che nel 2012 è diventata sua moglie. Nel tempo libero nuota, gioca a calcio, pratica il Krav Maga, è appassionato di modellismo militare; dal 2006 fa il Capotreno a Torino, e si reca al lavoro in treno, ovviamente, così trova anche il tempo per leggere.
Dal 2013 collabora con la rivista militare “Combat Arms Magazine”, scrivendo articoli sulle Forze Armate italiane.
Attacco allo Stivale è stato il suo primo romanzo: dopo aver letto tanti libri, ha deciso di mettersi alla prova e di scrivere un romanzo d’azione ambientato in Italia e con protagonisti italiani, seguito daNessuna scelta, una nuova avventura dell’agente dei servizi segreti italiani Nicholas Caruso, che ritroviamo anche in questo terzo romanzo ambientato in Italia, Trame oscure.

Giancarlo Ibba nasce a Cagliari nel 1972, nello stesso giorno delle famose “Idi di Marzo”.
Scrive racconti brevi da quando ha imparato a leggere e scrivere, a quattro o cinque anni, prima dell’asilo. Questa precoce iniziazione alla letteratura ha una spiegazione semplice: un carattere un po’ solitario e introverso ha reso quasi fatidica la scoperta della letteratura e della scrittura.
È divertente, forse, evidenziare che il suo primo approccio con la lettura è avvenuto attraverso i fumetti (che a quei tempi i genitori acquistavano con una certa regolarità) allora molto in voga: Tex, Zagor, Comandante MarkDiabolik, oltre alle collane di Lancio Story e Skorpio. Alcune di queste storie non erano proprio per bambini, in ogni caso gli piacevano molto. Su quelle pagine stropicciate ha imparato a scandire le lettere, copiarle e a colorare le figure stando dentro i contorni.
I suoi esordi come scrittore, andati persi tra un trasloco e l’altro, consistevano soprattutto in brevi racconti che parodiavano le favole dei fratelli Grimm. Ricorda ancora di aver scritto, fino alla quinta elementare, una storia ad episodi su tre astute scimmiette (una cieca, una muta e una sorda… come da tradizione) e un leone pasticcione che cercava invano di mangiarsele. Negli anni seguenti, parallelamente all’evolversi delle sue letture (ha saccheggiato la Biblioteca Comunale, leggendo tutto quello che gli capitava sotto gli occhi, tant’è che i suoi compaesani lo ricordano sempre con un libro sottobraccio), ha composto alcuni racconti di ogni genere: dal fantasy allo psicodramma. Durante l’ultimo anno del Liceo Scientifico ha scritto una storia di fantasmi con cui ha partecipato ad un Concorso Letterario Comunale. Per quell’opera gli è stata consegnata una targa e finora è l’unico riconoscimento che ricevuto per le sue fatiche letterarie. Molti anni dopo, mentre cercava di laurearsi in Scienze Naturali, ha incorporato quella novella in un romanzo, oggi pubblicato con il titolo L’alba del sacrificio.
Subito dopo la laurea, nel tempo libero post-lavorativo, ha iniziato a scrivere la prima bozza di un romanzo breve: La vendetta è un gusto. La cosa più autobiografica che abbia mai scritto.
C’era una volta in Sardegna è il terzo romanzo che pubblica con EEE-book, come i precedenti.
Attualmente vive, lavora e scrive in Valle d’Aosta.

ISBN 978-88-6690-278-2

Autore: Alessandro Cirillo – Giancarlo Ibba

Link all’acquisto: EEE

Jack Reacher visto da Giancarlo Ibba

Jack Reacher visto da Giancarlo Ibba:  Un duro d’altri tempi, un moderno John Wayne

pizap.com14520394382481

Ho incontrato per la prima volta il personaggio Jack Reacher in un “diner” della cittadina di Margrave. Il romanzo era “Zona pericolosa”, l’autore Lee Child. Fin dalle battute iniziali gli occhi, ormai esperti nell’individuare uno scrittore in linea con i miei gusti narrativi, mi si sono incollati alla pagina. Lee Child, un britannico che ambienta le sue storie negli USA, è dotato di un talento raro: quello di dipingere, con poche frasi, una manciata di righe e qualche linea di dialogo, un protagonista carismatico e l’ambientazione in cui si muove la trama. È un talento che io apprezzo e che, talvolta, cerco di sviluppare nelle mie storie.

locandina reacherMa torniamo a Reacher. Jack Reacher è un omaccione alto, biondo, grosso come un gorilla ma agile come un gatto (nessuna somiglianza con la versione cinematografica interpretata da Tom Cruise, insomma). Deve avere un aspetto formidabile, con la grinta del duro, perché chi lo incrocia per strada di solito cambia marciapiede. Per la stessa ragione, probabilmente, conquista e/o ammalia buona parte delle donne che incontra nel suo vagabondare per gli States. Non ho usato il termine “vagabondare” a caso. Reacher infatti è un ex soldato, per la precisione faceva parte della polizia militare (da qui l’abilità investigativa e nel combattimento corpo a corpo che il nostro sfoggia in ogni romanzo della saga lui dedicata), che si è congedato dall’esercito e ha deciso di vagare di luogo in luogo portandosi dietro soltanto i vestiti che aveva addosso, uno spazzolino pieghevole e qualche spicciolo. Non gli piace lavorare. Per mantenersi utilizza i risparmi accumulati durante la carriera militare. Per fortuna non ha grandi necessità. Dorme pochissimo, mangia quello che c’è e, per tenere sù il morale, beve moltissimo caffè. Viaggia a piedi o con i mezzi pubblici. Non usa carte di credito e paga in contanti per non lasciare tracce elettroniche. Non possiede il cellulare. Mastica poco di internet, ma riesce a risolvere ogni situazione grazie alla faccia tosta, il cervello fino e i muscoli ipertrofici. Di solito pernotta in una stanza di motel, nella cella di qualche prigione o nella casa della “sedotta e abbandonata” di turno.

Reacher è un personaggio d’azione classico eppure originale, un eroe/antieroe in grado di trovarsi sempre nel posto sbagliato al momento giusto (altrimenti non ci sarebbe nessun romanzo, naturalmente), con uno spiccato senso della giustizia e la capacità di uscire fuori dai casini più intricati con scioltezza quasi imbarazzante. Al suo confronto, gli altri personaggi (che facciano parte di CIA, FBI, NSA, DEA, FDA, etc… o siano semplici vicesceriffi di contea) paiono sempre restare un passo indietro rispetto al procedere dell’intreccio. Reacher sa sempre cosa dire, quando dirlo e come dirlo. La cosa migliore, però, è che capisce anche quando è il caso di tenere la bocca chiusa. Accade di rado, tuttavia. Perché al nostro eroe piacciono le frasi a effetto e le spiritosaggini argute.

Mi rendo conto che questo articolo sta prendendo una piega curiosa, dello stile a “ruota libera”, quindi sarà meglio riprendere la strada vecchia. Dunque. Dicevo?

Lee Child, Bouchercon 2010 di Mark Coggins

Lee Child, Bouchercon 2010 di Mark Coggins

Lee Child scrive bene. Reacher è un bel personaggio. Le storie in cui si trova coinvolto riescono a creare quella magia per cui un lettore, come il sottoscritto, stropicciandosi gli occhi, si dice: “Ancora un’altra pagina, poi chiudo il libro e vado a dormire.” Detto questo, ammetto di preferire le avventure in cui Reacher racconta in prima persona gli eventi, rispetto a quelli in cui il punto di vista è una più distaccata terza persona (“Zona pericolosa” – che ha vinto numerosi premi come miglior romanzo d’esordio – e “I dodici segni” sono i miei preferiti, infatti rientrano nella prima categoria). Perché? Forse perché la personalità e la lucidità di Reacher, nel descrivere i fatti, sono così peculiari da rendere ogni dettaglio più incisivo, ogni riflessione più coinvolgente, ogni strategia elaborata per incastrare i cattivi più chiara, ogni avversità più coinvolgente. Non crediate, però, che i romanzi in terza persona siano meno appassionanti. Tutt’altro. È solo questione di gusti. Come è ovvio, poi, l’uso della terza persona permette all’autore di variare il punto di vista e dare alla storia una struttura meno centrata sul protagonista. Ciò non toglie che, anche in questi capitoli della saga (vedi “Via di Fuga”), tutto quanto ruoti intorno alla figura imponente e ingombrante, in tutti i sensi, del quasi infallibile Jack Reacher.

Che altro dire? Se vi piace il genere action-thriller e volete conoscere il personaggio di Jack Reacher, creato dalla bella penna di Lee Child, sapete dove trovarlo: in libreria o negli store digitali. Non è indispensabile leggere i romanzi in ordine di pubblicazione, ma sarebbe meglio farlo per cogliere l’evoluzione del protagonista. Tuttavia, non aspettatevi grandi cambiamenti, Reacher è come una montagna di granito, ci vuole ben altro che una dozzina di rischiose avventure piene di misteriosi delitti, intrighi di potere, attacchi terroristici, complotti governativi, memorabili scazzottate e sanguinose sparatorie per scalfirlo.
E a me piace così. Un duro d’altri tempi, grosso e sveglio. Una specie di moderno John Wayne.