Secondo giorno

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Il secondo giorno al Salone del libro ci porta a conoscere le “quattro mani” di Andrea Ravel. I due autori, padre e figlio, sono esattamente così come uno se li immagina: dinamici e capaci di interpretare la storia con cognizione di causa. Prima di loro, Mario Nejrotti, sfuggito ai suoi pazienti, è riuscito a venire a farci visita, portando le sue note ironiche nello stand. Tuttavia, l’allegria è stata sostenuta da Claudio Oliva, il quale, non contento di essere un autore di libri per ragazzi, possiede l’innata capacità di far vivere la materia. Suo l’intaglio del marchio EEE nel blocco grezzo del legno. Un dono che ha condotto diversi passanti a fermarsi e ad accarezzare, quasi con timore reverenziale, la scritta in rilievo. Non siamo così ingenui da pensare che il gesto sia stato rivolto alla CE, ma abbiamo compreso bene la motivazione. Davanti a quanto la natura è in grado di regalarci, non si può restare indifferenti. Nel frattempo siamo in attesa di Marina Atzori, la quale potrebbe essersi persa fra la marea dei ragazzini in gita.

Scrivere libri per ragazzi: Nicoletta Parigini

Scrivere libri per ragazzi: Nicoletta Parigini

Scrivere libri per ragazzi non è diverso da scrivere un libro per adulti: sincerità, attenzione, credibilità, responsabilità. Questi gli ingredienti usati da Nicoletta Parigini quando scrive i suoi libri per un target giovane e in crescita. Occorre però non far mancare stimoli che possano aiutare lo sviluppo dei lettori in erba. Scrivere libri per ragazzi è un talento istintivo.

Nicoletta Parigini, nata nel 1978, vive in Veneto con il marito e le figlie. È laureata in Storia dell’Arte e haAgata e il segreto delle scarpette di Nicoletta Parigini esercitato l’attività di restauratrice di opere d’arte.
Lettrice da sempre, da qualche anno è approdata alla scrittura e nel 2012 ha pubblicato due romanzi per ragazzi Agata e il segreto delle scarpette tecnomagiche e Agata e il manoscritto di Melchiorre con Editrice Esordienti Ebook, disponibili in questo Catalogo. Per i ragazzi ha scritto anche un romanzo fantasy Nina Tempesta e il signor Schmitt, vincitore del Premio Streghe Vampiri e co., che sarà presto pubblicato da Giovane Holden Editore.
La centunesima infelice è il suo primo romanzo dedicato a un pubblico adulto.

  • Come si scrive per i giovani?

Per quanto mi riguarda, esattamente allo stesso modo con cui si scrive per gli adulti: con sincerità, attenzione, credibilità, responsabilità. Un buon libro, a mio parere, possiede sempre questi requisiti a prescindere dal target. E l’impegno che l’autore dovrà profondere per portare a termine la sua opera sarà lo stesso. Scrivere per i ragazzi non significa prendere una strada più semplice, significa scegliere un percorso peculiare.

  • Come si sceglie una particolare tematica?

La scelta dipende prima di tutto dalla fascia d’età. La letteratura lascia un segno nel lettore sensibile e lo scrittore deve sempre tenerlo a mente.  Perciò, a mio avviso, oltre all’esclusione della violenza gratuita e dell’erotismo, bisogna fare attenzione anche a quello che il testo sottintende e a tutto ciò che può risultare ambiguo e ingenerare confusione nel lettore, soprattutto se la fascia di lettori a cui è dedicato il libro è quella dei piccoli.

  • Quali sono le maggiori difficoltà che si riscontrano?

Ammorbidire certi spigoli mantenendo la propria personalità. I giovani lettori hanno bisogno di crescere e la letteratura può aiutarli in questo: se è tutto troppo “facile”, non c’è stimolo. È come servire la pappa frullata a chi può addentare una bistecca.
Ciò vale, a mio parere, anche per quanto riguarda il linguaggio. Scrivere senza semplificare troppo il lessico significa fornire ai ragazzi un’occasione per ampliare le loro conoscenze linguistiche.

  • Perché scegliere di scrivere proprio per i giovani?

Perché ogni scrittore ha il proprio talento naturale. Il proprio linguaggio, le capacità che lo contraddistinguono. E scrivere per ragazzi -invece che per adulti- è uno degli aspetti con cui talento, linguaggio e capacità si manifestano.
Dunque, a mio parere, più che scelta è istinto. Propensione. Sfruttare questo istinto rendendosene consapevoli, è un passo successivo.

 

 

Festival Internazionale di Poesia Europa in Versi

Andrea Tavernati al Festival Internazionale di Poesia Europa in Versi “Ecopoetry: dall’emozione alla ragione”

Europa in versi

Redazione Como

Nelle giornate di Venerdì 8 maggio presso l’Associazione Carducci, sabato 9 maggio a Villa del Grumello e martedì 12 maggio presso il Chiostro di Sant’Abbondio dell’Università degli Studi dell’Insubria, si terrà a Como la quinta edizione del Festival Internazionale di Poesia Europa in Versi dal titolo “Ecopoetry: dall’emozione alla ragione”.

L’evento è organizzato da La Casa della Poesia di Como in collaborazione con l’Associazione Giosuè Carducci e l’Associazione Culturale e Musicale Studentesca Sant’Abbondio.

POETRY SLAM: I PIÙ GRANDI SLAMMER ITALIANI A EUROPA IN VERSI

La nuova edizione di Europa in Versi si aprirà venerdì 8 maggio alle 18.15 presso l’Associazione Carducci di Como con un Poetry Slam organizzato dalla Lega Italiana Poetry Slam: una coinvolgente gara a colpi di versi tra giovani poeti che verranno valutati da una giuria sorteggiata tra il pubblico. Allo slam parteciperanno otto tra i maggiori poeti-slammer italiani: Paolo Agrati, Tiziana Cera Rosco, il duo Eell Shous, Roberta Galbani, Elisa SB Orlando, Alfonso Maria Petrosino, Simone Savogin e Tusco. Special guest sarà Pierluigi Lenzi, vincitore del campionato “Poetry Slam 2014 by LIPS”, mentre i Maestri di Cerimonia saranno Dome Bulfaro e Marco Borroni, che hanno condotto le finali nazionali dell’ultimo Campionato LIPS.

Il format del poetry slam, consolidato dal lontano 1987 e promosso dalla LIPS in tutto il Paese, ha tre ingredienti semplici ed efficaci: tre minuti a poeta (in due manche) per enunciare oralmente un proprio testo senza l’aiuto di basi musicali o vestiti di scena, una giuria popolare formata da cinque giurati scelti a caso tra il pubblico, e un pubblico attivo e protagonista. Lo spirito dell’evento non mira tanto a incoronare un vincitore ma a far trionfare la poesia, una forma d’arte che può dimostrarsi coinvolgente e trascinante.

ECOPOETRY: DALL’EMOZIONE ALLA RAGIONE

Europa in Versi continuerà sabato 9 maggio a partire dalle 14.30 a Villa del Grumello di Como, dove grandi poeti italiani e stranieri leggeranno i propri versi. Nell’anno di Expo il tema del festival non poteva che essere legato a cibo e letteratura: dalle metafore alimentari di Emily Dickinson al poemetto gastronomico- mitologico di Tomaso Kemeny. Tra gli altri temi affrontati, la tutela dei diritti umani, la condanna della guerra, i messaggi di pace, amore e solidarietà e la difesa dell’ambiente.

Alla giornata parteciperanno poeti europei, come il performer inglese Peter Waugh, i turchi Metin Cengiz e Müesser Yeniay, il catalano Manuel Forcano e l’estone Jüri Talvet, ma anche poeti provenienti da ogni parte del mondo, come le giapponesi Mariko Sumikura e Taeko Uemura, gli uruguaiani Julio Pavanetti, Annabel Villar e la libanese Hanane Aad.

A completare il parterre di ospiti saranno Maurizio Cucchi, Giovanni Tesio, Piera Mattei, Erik Lindner, Ottavio Rossani, Guido Oldani, Maria Pia Quintavalla, Donatella Bisutti, Mario Castro Navarrete e Andrea Tavernati.

I reading saranno intervallati da momenti musicali a cura degli allievi del Conservatorio di Como (Miriam Rigamonti al pianoforte, Mariella Rigamonti al violino ed Emanuele Rigamonti al violoncello) e del Liceo musicale Teresa Ciceri di Como, con la partecipazione della soprano giapponese Mika Satake.

continua a leggere su: Como: Festival Internazionale di Poesia Europa in Versi “Ecopoetry: dall’emozione alla ragione” | PORTALE di COMO.

Scrivere libri per ragazzi: Cinzia Morea

Scrivere libri per ragazzi: Cinzia Morea.

Scrivere libri per ragazzi a volte significa dare sfogo alla propria fantasia, alla propria capacità di riuscire a vedere un mondo privo di quei preconcetti che l’età adulta impone. Tuttavia, se la fantasia trova la via per potersi esprimere, altrettanto non si può dire del linguaggio e dello stile che si devono applicare.

CostantinoCinzia Morea nasce nel 1972 in provincia di Milano, dove tutt’ora vive con un cane ed un gatto.
Medico ed educatore cinofilo, è da sempre appassionata di favole e leggende. Ricorda la Puglia dalle vacanze estive dell’infanzia. A vent’anni scopre Ferrara, città magica e a trenta la Valle Cervo, scenari di questo libro.
Ha scritto il romanzo Costantino (il quale rientra nel progetto #teenreaders) dopo aver assistito, a Triora, al  Festival delle Streghe.

All’autrice abbiamo chiesto quali sono state le difficoltà riscontrate e quali sono state le motivazioni che l’hanno spinta a scrivere un romanzo per ragazzi.

Correre col pensiero dietro alla fantasia, dando sfogo alla parte di noi che è rimasta fanciulla, è probabilmente l’unico modo in cui possiamo essere completamente liberi, senza scalfire l’altrui diritto alla stessa libertà.
Ho scritto accogliendo, in piena libertà, tutte le storie che sceglievano di venire a farmi visita, intrecciando quelle che andavano più d’accordo tra loro e se l’arazzo che alla fine è scaturito dal mio lavoro ha colori vivaci, che possono piacere a giovani e giovanissimi (o a qualunque adulto abbia mantenuto in sé un animo da fanciullo), allora sarà a loro che mi rivolgerò.
Nel mio romanzo volevo raccontare l’avventura di imboccare sentieri che si allontanino dalla nostra vita di tutti i giorni per immergersi nella bellezza e nella magia di piccole cose: pietre, nuvole, alberi, la cui bellezza e magia non siamo più abituati a considerare, dietro la lente della ragionevolezza attraverso cui progressivamente, fin da bambini, ci abituiamo a guardare il mondo.
Il mio punto di partenza dunque è stata la storia di questa magia che aspettava di essere raccontata, da qui è scaturito il progetto del romanzo:

“Chiunque voglia raccontare certi eventi meravigliosi” scriveva Michael Ende “deve descrivere il mondo in maniera tale che tali eventi siano in quel mondo plausibili e verosimili. Ed è una questione di registro e di stile.” (M. Ende, Storie Infinite. Ed. Rubettino).

Quindi si può dire abbia scritto per i giovani perché sono i più attratti dal meraviglioso, che è quello che, in quanto mi circonda, affascina anche me, e che da questa attrazione siano conseguiti non solo la scelta di scrivere per i giovani, ma anche quella delle tematiche e del modo in cui scrivere.
La maggiore difficoltà è stata capire poi se non avessi errato in queste scelte di registro e stile. Essendo alla mia prima esperienza, ho sottoposto il romanzo finito a parenti e amici per sapere cosa ne pensassero e i pareri sono stati discordanti, qualcuno pensava che fosse un romanzo godibile anche da un pubblico adulto, qualcun altro invece che, essendo un romanzo per bambini, aveva un linguaggio troppo difficile. Allora ho ricontattato una delle mie maestre delle elementari, ben più abituata di me ad avere a che fare con giovanissimi lettori, che con il suo parere mi ha incoraggiato a continuare per la strada che avevo intrapreso (grazie Ambro!).

 

Scrivere libri per ragazzi: Claudio Oliva

Scrivere libri per ragazzi: Claudio Oliva.

Lo scrittore che decide di scrivere per questa fascia di pubblico sicuramente affronta problematiche diverse da quelle che normalmente affliggono gli altri autori. Forse perché il campo è più difficile e il linguaggio deve poter essere facilmente comprensibile dai giovani lettori. Tuttavia, sono i contenuti quelli che maggiormente rappresentano gli scogli più difficili da superare.

cover_blumEEEClaudio Oliva, nasce a Torino nel Febbraio del 1963.
Ha iniziato con lo scrivere un racconto per i bimbi delle scuole elementari del paese, poi per gioco e per provocare la fantasia dei due figli, ormai adolescenti, inizia a sfornare dei racconti che racchiudono gli insegnamenti positivi e negativi, ricevuti da persone appartenenti a disparate etnie, religioni e costumi che ha incontrato nella vita.
Ha già pubblicato due raccolte di racconti e Il sogno segreto di Zekharia Blum è il suo primo romanzo.

All’autore abbiamo posto alcune domande in merito alle difficoltà riscontrate nello scrivere un libro per ragazzi.

  • Come si scrive per i giovani?

Cercando di utilizzare un lessico scevro da termini volgari: il buon esempio credo sia la migliore medicina per qualsiasi insegnamento. Ancora oggi se scappa una parola fuori luogo ai miei due figli, che pur posseggono 15 e 19 anni di età, li osservo torvo ed essi comprendono che non è gradito.
Possibilmente utilizzando frasi brevi sino a giungere a una frase o un periodo più esteso, ad effetto, cioè con un contenuto emozionale più ricco e interessante.

  • Come si sceglie una particolare tematica?

Osservando ciò che accade intorno a noi. Nel mio caso, con due figli adolescenti o che stanno uscendo da questo periodo bello ma travagliato, anche sviscerando tematiche che si presentano di volta in volta, di momento in momento. I giornali, telegiornali, il web è denso di tematiche e problemi dei ragazzi che gli adulti e i genitori cercano in qualche modo di ignorare, evitare o peggio demandare ad altri. Non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Rimane fermo che nell’affrontare qualsiasi problema è assolutamente necessario trasmettere positività al lettore. Ed è ciò che realmente penso, anche per esperienza vissuta: vi è sempre una soluzione, a qualsiasi problema. L’importante è affrontarlo con determinazione e ingegno.

  • Quali sono le maggiori difficoltà che si riscontrano?

Non credo sia poi così difficile parlare con i ragazzi. L’importante è creare un filo di comunicazione, giungere a ottenere la loro attenzione. In realtà per me sono i primi tentativi e le prime esperienze a un certo livello. Sino a oggi posso dire di essere soddisfatto, domani si vedrà.

  • Perché scegliere di scrivere proprio per i giovani?

Due figli adolescenti. La causa scatenante è stata questa. Il voler trasmettere valori, consigli, esperienze. Chiacchierare con ragazzi e ragazze, amici dei miei due figli, mi è servito soprattutto a capire che potevo attrarre la loro attenzione. Far leggere i miei scritti ha portato a comprendere che potevano interessare. La fantasia è sempre ben accetta tra i giovani. Prova ne è il successo di alcune pellicole cinematografiche “fantasy” che portano sempre e comunque a un positivo e sereno finale della storia. La ricerca del bene che trionfa attraverso sacrifici e fatiche: è una storia che si ripete continuamente nei nostri animi ed essi ne rimangono sempre attratti.

Presentazione di Chiara Curione

Chiara Curione al Castello Normanno Sveso di Gioia del Colle

Il 24 Aprile alle ore 17, presso il Castello Normanno Sveso di Gioia del Colle, Chiara Curione presenterà il suo nuovo libro Il tramonto delle aquile, interverrà anche Piera De Giorgi. L’iniziativa è compresa nell’evento che vede coinvolte diverse location, sparse su tutto il territorio pugliese, e diverse iniziative volte a valorizzare al meglio la cultura italiana.

Evento Chiara

Di seguito vi proponiamo il comunicato stampa ufficiale:

Per una serata le librerie, i caffè letterari e le sedi associative dislocate in ogni angolo della Puglia si trasformeranno in “Fortini Letterari”. Grazie ad una miriade di eventi (presentazioni libri, reading, spettacoli e gruppi lettura) che si terranno in simultanea, la Puglia che “resiste” e che crede nel valore della lettura/cultura, potrà ritrovarsi fisicamente (e virtualmente) stretta da un abbraccio grande quanto una regione.
Una rivoluzione culturale che parte dal basso, che parte da Sud e che vuole dimostrare a tutti come la regione che secondo le statistiche legge meno, in una nazione che legge poco, possa ritrovarsi intorno alle parole, alle idee e alle lettura.
Tutto nasce dal blog letterario Inchiostrodipuglia.it che in un anno di vita è riuscito a creare intorno a sé una rete di fatta di Librerie/Associazioni Culturali/Autori ma soprattutto di Lettori. Grazie ad un entusiasmo contagioso il blog Inchiostrodipuglia.it, nato con lo scopo di disegnare la mappa letteraria della Puglia, è uscito dal web organizzando diversi eventi tra la Puglia e Milano, occupando uno scafale dedicato in una trentina di Librerie sul territorio a desso promuovendo quella che vuole essere una specie di “Notte Bianca della lettura tutta pugliese”.
Il 24 Aprile. Spegni la Tv e vieni in libreria!

Sulla pagina Fb.com/inchiostrodipuglia potrai seguire l’organizzazione dell’evento e scoprire qual è il “Fortino Culturale” più vicino a casa tua.

www.inchiostrodipuglia.it

www.fb.com/inchiostrodipuglia

inchiostrodipuglia@libero.it

Svernare in Africa

L’Africa raccontata da occhi che ancora colgono le meraviglie del mondo.

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Lory Cocconcelli è un’autrice che ha saputo miscelare spontaneamente l’amore per la lettura con la sua passione per i viaggi e la ricerca. Una passione che è nata a causa di esigenze molto particolari che l’hanno comunque portata a riflettere sui diversi aspetti culturali che ci circondano. Da queste riflessioni e dalla sua capacità di scavare a fondo nasce Africa, un saggio che non vuole essere un testo adatto solo a pochi eletti ma, al contrario, è rivolto a un pubblico più ampio, a chiunque voglia conoscere un mondo al di fuori della propria soglia di casa.

Lory Cocconcelli ha pubblicato con EEE: Africa

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di Lory Cocconelli

La mia vita ruota attorno a una patologia che di per sé non è grave pur essendo penalizzante. Come spiegavo nell’introduzione di AFRICA, a partire da una certa temperatura – che si aggira all’incirca intorno ai 24 gradi – il mio sangue si agglutina causandomi dolori piuttosto intensi. Per tale ragione – e per non trasformarmi in una farmacia ambulante zeppa di cortisonici e antidolorifici, con le relative conseguenze – sono costretta a svernare in un paese in cui il clima sia caldo. E non è esattamente il colpo di fortuna che potrebbe sembrare.
Di contro, quando sono in Italia durante l’estate e l’aria condizionata è accesa pressoché ovunque, evito cinema, supermercati, ristoranti e negozi, e se proprio non posso farne a meno, come quando viaggio in aereo o devo recarmi in qualche ufficio, mi trasformo nella farmacia di cui sopra per qualche giorno.
– Se un essere delle tenebre volesse vampirizzarmi e rendermi immune a tutto ciò, sarei pronta a farci un pensierino! –
Se è vero, come disse qualcuno, che la vita di ognuno è condizionata da un evento di portata eccezionale che si eleva al di sopra degli altri, la crioagglutininemia deve essere il mio. Una cosa come questa cambia non soltanto le prospettive di una persona, ma anche le sue aspettative. E forse un poco anche il carattere. Ritengo – per restare in tema con il mio libro – di essere diventata un animale solitario mentre in passato ero più propensa a far parte del branco.
Una persona curiosa, desiderosa di sapere cosa le accade intorno, però, lo sono sempre stata. Leggo più informazione che libri, più saggi che romanzi, più storia che poesia. – E’ grave, vero? –
Moldiv_1428503852766L’Africa nera, dove vivo quattro mesi all’anno, non l’ho scelta a caso, nemmeno in occasione del mio primo viaggio. Non so come e perché ma questo continente mi ha sempre affascinata. Per quanto la cultura nera sia lontana da me, la sento inspiegabilmente – e irrazionalmente – un elemento di richiamo.
Ma veniamo alle mie preferenze personali. Dunque, in ordine casuale, amo la musica (blues e reggae in particolare) ma anche i grandi silenzi – per me rigeneranti; la sperimentazione gastronomica mi appassiona molto anche se non so cucinare, come pure la nutrizione – intesa come scienza – che è una materia che ho avuto l’onore di approcciare sotto la guida di un noto medico ayurvedico indiano; l’interior design, l’architettura e la fotografia sono passioni che ho nutrito da sempre; lo sport non è mai mancato nella mia vita, in passato erano arti marziali, equitazione e paracadutismo sportivo, ora è fitness – che ho approfondito seguendo un corso istruttori; i viaggi – esperienze senza pari; la lettura e, negli ultimi anni, la scrittura – ho iniziato a sentire questa pulsione durante i miei ultimi soggiorni in Africa, un po’ per non rimanere inerte e riempire qualche momento di solitudine, un po’ perché ho creduto che ciò che vedevo e ascoltavo valesse la pena di essere raccontato.
A proposito di lettura e scrittura, termino con una citazione che mi piace molto.

“Amo coloro che desiderano con tutta l’anima raggiungere una meta precisa e non si fermano a scegliere tra due direzioni opposte. Amo le anime dotate di una volontà precisa e immutabile che per carattere non accettano le montature e le divisioni.” (Kahlil Gibran)

Haiku: la poesia dell’essere

Haiku: la poesia dell’essere, oltre il mondo fluttuante

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Giovedì 2 aprile, alle ore 21 ad Appiano Gentile, presso l’Associazione Culturale Carlo Linati, Andrea Tavernati illustrerà la sua opera poetica L’intima Essenza. Il percorso ideale partirà dalla definizione di haiku, come genere poetico, passando alle sue incarnazioni in occidente per arrivare all’introduzione vera e propria del suo libro. Dunque non solo una presentazione, ma un’occasione per approfondire l’arte poetica, analizzandola nelle sue varie forme.

Associazione Culturale Carlo Linati, presso Villa Rosnati, via Baradello 4, Appiano Gentile, Como.

Chiunque volesse intervenire sarà il benvenuto! Naturalmente l’ingresso è libero.

Alessandro Cirillo: non solo uno scrittore

Alessandro Cirillo: non solo uno scrittore, ma anche un Capotreno.

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In questo spazio, tutto dedicato agli autori, vogliamo farvi conoscere alcuni degli scrittori che hanno pubblicato con EEE. Le loro principali attività influiscono sugli scritti, creando quell’impronta che diventa caratterizzante per ognuno di loro. Alessandro Cirillo non è solo uno scrittore di talento, ma è anche un Capotreno che viaggia attraverso la Penisola, trovando il tempo per costruire le sue trame e per trarre dalla realtà degli spunti decisamente interessanti.

Alessandro Cirillo ha pubblicato con EEE Attacco allo Stivale, Nessuna scelta e Trame oscure.

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Per lavorare a contatto con le persone bisogna essere dotati di una grande pazienza. Non fa eccezione l’attività che svolgo per guadagnarmi da vivere, ovvero il capotreno. Fino a una ventina di anni fa era una figura rispettata più o meno da tutti, ma con il passare del tempo ha assunto sempre di più il ruolo di bersaglio con cui prendersela in caso di disservizi. Questo è uno dei segni di una società che cambia, purtroppo spesso in peggio. Come ricorda un annuncio diffuso sui treni regionali, il capotreno è un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni. Come gli altri miei colleghi, ho fatto un giuramento davanti a un altro pubblico ufficiale posando una mano sulla Costituzione.
Di cosa si occupa un capotreno?
L’attività che viene percepita dai viaggiatori è quella del controllo dei titoli di viaggio. Infatti, la maggior parte delle persone si riferisce a noi con l’appellativo di controllore o, peggio ancora, bigliettai. In un’occasione, un giapponese chiese a un mio collega “tu billietti plego?” A chi può interessare, io e molti altri capitreno (questo è il plurale corretto) non amiamo questi titoli, anche se ormai sono radicati nel linguaggio comune. Chiamateci con il nome giusto e ne saremo ben felici.controllore1
Biglietti a parte, possiamo dire che il capotreno è l’autorità massima a bordo di un treno, come del resto suggerisce il nome. È il punto di riferimento per tutto quello che succede a bordo, anche quando si presentano dei disservizi o situazioni d’emergenza, come ad esempio il malore di un viaggiatore. In caso di malfunzionamenti degli impianti, come ad esempio la climatizzazione o le porte di salita, è in grado di operare piccoli interventi di manutenzione. Mi immagino già la faccia diffidente di qualcuno che ha viaggiato su una carrozza con la temperatura a quaranta gradi in estate. Per piccoli interventi intendevo operazioni che, in base alla gravità del guasto, a volte possono funzionare mentre altre no.
Oltre a queste attività, il capotreno deve conoscere alla perfezione una serie molto corposa di regolamenti per la circolazione ferroviaria, da mettere in atto in caso di degrado. Il corso per ottenere la qualifica dura circa tre mesi e ogni anno ci sono almeno cinque giornate dedicate all’aggiornamento professionale. I regolamenti sono sempre in continua evoluzione.
Negli ultimi anni si è purtroppo registrato un incremento delle aggressioni a danno del personale di accompagnamento ai treni. Questo è dovuto in buona parte al fatto che gli autori di questi atti non sempre ricevono punizioni adeguate. In alcune regioni, come Toscana e Piemonte, siamo arrivati alla media di quasi un ferroviere aggredito ogni settimana. La scintilla nasce spesso dopo la richiesta di esibire il biglietto ma, a volte, basta anche solo chiedere di togliere i piedi dal sedile o di spegnere una sigaretta. Il fenomeno può interessare un singolo individuo o addirittura gruppi, addirittura di ragazzini minorenni. Le cosiddette baby gang stanno prendendo piede da anni anche in Italia.20100820_capotreno
Lo stress interessa più o meno tutti i lavori, alcuni più degli altri. Per il mestiere del capotreno è una problematica da non sottovalutare. Già il continuo contatto con le persone alimenta una buona dose di stress. A questo si aggiungono il gestire situazioni di anormalità, come ritardi o malfunzionamenti alle vetture. Chi viaggia spesso in treno sa che il servizio non è sempre impeccabile. Oltre a tutto questo, ci sono orari di lavoro che possono arrivare alle dieci ore giornaliere, impegni anche durante domeniche e festività (i treni non riposano mai), pasti consumati alla svelta in orari irregolari, riposi fuori residenza (chiamati in gergo dormite fuori casa) che allontanano dalla famiglia anche per più di 24 ore. C’è chi ritiene il lavoro del capotreno una passeggiata, ma io sfido chiunque a provarlo anche solo per un mese.
Lavorare a contatto con le persone non è solo fonte di stress ma anche un’occasione per vivere una moltitudine di esperienze, a volte, anche divertenti. Ogni capotreno potrebbe scrivere un libro raccontando tutte le situazioni che ha vissuto.
Un aneddoto, che racconto spesso, è successo alcuni anni fa con una ragazza, credo appena ventenne. Durante una fermata, questa ragazza si avvicina a una porta chiusa per salire. Ci sono due pulsanti: uno rosso e uno verde. Accanto ai pulsanti c’è un adesivo con il disegno di un dito su un disco verde. La scritta sull’adesivo è inequivocabile: “per aprire premere il pulsante.” Io mi trovo proprio dietro la ragazza. La vedo esitare per un istante, forse per leggere la scritta. Dopo un’attenta riflessione preme il disco verde disegnato sull’adesivo. Ovviamente non succede nulla. Riprova ancora una volta a schiacciare l’adesivo ma la porta non si apre. Una risatina mi compare sotto i baffi ma non intervengo, sono troppo curioso di vedere come va a finire. Cercando di seguire una logica, hai premuto due volte un adesivo senza successo e ci sono due pulsanti sotto il tuo naso. Vorrai provare uno dei due, anche quello rosso se vuoi? Niente da fare. Con caparbietà schiaccia ancora una volta l’adesivo. E no, adesso è troppo! Cercando di non scoppiare a ridere mi avvicino a lei e premo il pulsante corretto. La porta si apre come per magia. La ragazza mi guarda come se fossi appena sbarcato da Marte e mi ringrazia.capotreno
Un’altra storia da raccontare è invece un po’ più piccante ma è successa almeno una volta alla maggior parte dei miei colleghi. Una bella ragazza sudamericana vestita con una minigonna e canottiera attillata è seduta in una zona della carrozza dove non si trova nessun altro. Le chiedo il biglietto ma, dopo aver tergiversato un po’ dicendo che l’ha perso, ammette di non averlo. Di soldi non ne ha quindi le chiedo un documento per procedere con un verbale. Lei me lo consegna senza fare storie e io inizio a compilare. Non mi accorgo subito che la minigonna è iniziata ad alzarsi sempre di più fino a rivelare che la ragazza ha troppo caldo per indossare le mutandine. Anche se ho capito l’antifona le faccio notare la cosa. Lei risponde che va bene così. Ha iniziato un abbordaggio spudorato ma il verbale l’ho fatto lo stesso. Sono un professionista, oltre che sposato (tra l’altro mia moglie non ha apprezzato molto la storia). Quando ho consegnato il verbale da firmare alla ragazza, ha rinfoderato l’artiglieria pesante con una punta di delusione.
Potrei raccontarne molti altri di aneddoti ma poi dovrei scrivere davvero un libro. A proposito di scrittura, il mio lavoro spesso è fonte di ispirazione. Nel primo libro, Attacco allo Stivale, molti dei luoghi in cui si svolgono le vicende li ho visitati per servizio. Uno degli attentati descritti avviene proprio alla stazione di Milano Centrale. Nel mio prossimo libro Trame oscure, uno dei protagonisti è un capotreno (tra l’altro ispirato a un collega in carne ed ossa).
Concludo augurandomi di essere riuscito a darvi una panoramica sul mio lavoro utilizzando questo breve spazio. Se doveste trovarvi in una situazione di disagio, come un forte ritardo, mi raccomando di non prendervela con il capotreno. Capisco che quando uno è nervoso si deve sfogare, ma ricordate che lui o lei non ne può nulla. È una persona proprio come voi che, se presa con educazione, cercherà di aiutarvi come meglio potrà.
Alessandro Cirillo

La centunesima infelice si presenta

Presentato a Caorle il libro di Nicoletta Parigini, La centunesima infelice.

di Nicoletta Parigini

Sabato 28 febbraio 2015 si è svolta a Caorle, il mio paese natale e il luogo in cui vivo, la prima presentazione de La Centunesima Infelice. Il piccolo evento, a cui ha partecipato un nutrito pubblico, mi ha dato l’opportunità di parlare del mio romanzo e della mia attività di scrittura, e ha fornito l’occasione per un breve momento culturale e conviviale.
La discussione, la lettura ad alta voce e la musica di Alessandro e Luca, sono stati gli ingredienti fondamentali di un riuscito e piacevole incontro tra amici da cui è emersa la passione comune per la lettura e l’interesse per “le storie”, sostanza e nutrimento primo della narrativa.
Ecco di seguito le domande e le risposte che, durante la presentazione, si sono alternate alle letture dei brani e ai pezzi musicali.

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Milena Fernandez: Per fortuna dei lettori, un giorno Nicoletta Parigini decide di mollare il lavoro di restauratrice di opere d’arte per tuffarsi nella scrittura. Oggi le sue mani non sono impegnate a rammendare una tela del Rinascimento o del Settecento, ma trasmettono l’arte e l’ammirazione per la bellezza attraverso i libri.
I bravi scrittori e scrittrici imparano il mestiere nel miglior modo di sempre: leggendo. Fin da bambina, Nicoletta è stata una gran lettrice. Poi, per lei, è arrivato il momento di confrontarsi con il lampeggiare del cursore del computer e con la voglia di scrivere storie tutte sue.
Nel 2009 ha pubblicato il suo primo romanzo Agata, ripubblicato come ebook insieme al suo seguito Agata e il manoscritto di Melchiorre con Edizioni Esordienti Ebook nel 2012. Entrambi sono romanzi per ragazzi.
Nel 2014 ha vinto il Premio Streghe Vampiri e co. –concorso indetto dalla Giovane Holden Editore– con il fantasy Nina Tempesta e il signor Schmitt che sarà pubblicato a breve dalla citata casa editrice.
Il suo ultimo romanzo, La Centunesima infelice, è stato pubblicato a gennaio 2015 da Edizioni Esordienti Ebook.

Tutto l’articolo e l’intervista che segue sono presenti nel blog dell’autrice: QUI

centunesima_cover.EEELa trama:

Quante persone vivono, o sono vissute, a Venezia? Quanti, che vi hanno abitato in passato, sono ancora lì, camminatori instancabili, presenze in genere silenziose e ignote… a meno che non incontrino qualcuno che riesca a percepirli o a cui possano apparire in sogno.
Nell’attesa di transitare definitivamente nell’aldilà, le anime di coloro che hanno amato troppo la vita, che hanno lasciato qualcosa di incompiuto, o che hanno timore di ciò che li attende, vagano per le calli e, talvolta, interferiscono con il mondo dei viventi.
Marino Sanudo, uomo politico ed attento cronista della Serenissima, vissuto a cavallo tra il Quattro e il Cinquecento, che non ha nessuna voglia di abbandonare la sua città e non è certo ansioso di sottoporsi al Giudizio, trova nella quattordicenne Angelina il legame perfetto con il mondo visibile. Legame strano e curioso, quello tra un fantasma che ama vestirsi secondo la moda di epoche successive alla propria (predilige la marsina), e che addirittura prova a scrivere dei testi rap, e un’adolescente con una famiglia normalmente infelice: una sorella di poco maggiore che le ha “soffiato” il ragazzo, una madre depressa, un padre disorientato, un delizioso fratellino in età di asilo nido, una nonna bisbetica e una badante polacca.
Per una ragazzina che ha già le normali difficoltà legate alla sua età, per di più innamorata anche di Dario, un giovane rapper che sembra avere qualche problema di cui nessuno vuole parlarle, non è certo facile venire anche in contatto con la sofferenza che sente nelle voci dei trapassati, che le comunicano il loro dolore, l’attesa, l’impazienza, la paura. Ma se Marino Sanudo comunica con Angy, una ragione c’è, e quando la ragazza comprenderà, si potrà finalmente chiudere il cerchio della vicenda.
Una bella storia, questa della Centunesima infelice, perché parte come un racconto di fantasmi ma diventa un romanzo di formazione, fresco e immediato, che passa attraverso gli occhi e il linguaggio di una ragazzina di oggi, quella che potreste trovarvi vicina su un vaporetto veneziano, mentre va a scuola al mattino e magari stupirvi se, passando in un certo tratto del Canal Grande, si mette le mani sulle orecchie e comincia a canticchiare un brano di rap.

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